Associazione a delinquere, sul banco degli imputati quattro soci di Belfanti

MANTOVA – Con l’ammissione degli elementi probatori si è di fatto aperta ieri, davanti al collegio dei giudici, la fase dibattimentale del processo con rito ordinario instaurato a carico di quattro, delle otto persone, coinvolte a vario titolo nella truffa delle auto “schilometrate”, già costata in via definitiva una condanna a cinque anni di reclusione per Piervittorio Belfanti, quest’ultimo ritenuto dagli inquirenti al vertice di una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Nello specifico sul banco degli imputati, dopo le richieste di riti alternativi avanzate lo scorso autunno al gip Bea – trice Bergamasco da parte degli altri cinque soggetti coinvolti, sono dunque finiti Paolo Ferri, 53enne bresciano, Giulio Adolfo Menconi, 74 anni di Calvagese di Riviera (Brescia), Marcello Vecchiolini, 33 anni di Mantova e Lorenzo Gaspari, 32enne anch’egli di Mantova. In particolare, proprio per quanto attiene la posizione processuale di questi ultimi due, entrambi difesi dall’avvocato Francesco Ghisi, è stata da questi proposta e concessa in via preliminare istanza di riunione di un altro processo a questo connesso ma per la sola ipotesi di truffa. L’inchiesta, sfociata nel giugno 2017 nell’operazione Formula, aveva portato ad indagare 17 persone, di cui 11 sottoposte a misura cautelare. Uno scenario quello ipotizzato dagli inquirenti che portava fuori dai confini nazionali mentre in Italia il meccanismo ruotava principalmente attorno all’ufficio della Gold Car di via Spalti a Cittadella. L’organizzazione importava auto di seconda mano dalla Germania tramite società create appositamente per evadere l’Iva. Le vetture poi venivano rivendute con chilometraggi palesemente alterati al fine di aumentare il guadagno dalla loro vendita. Prossima udienza il 18 luglio.