Chiesto il processo per i “gregari” di Belfanti

tribunale di mantova

MANTOVA – Prima è toccato al capo, ora tocca ai gregari. La procura di Mantova ha chiesto il rinvio a giudizio per otto persone coinvolte nella truffa delle auto “schilometrate” già costata una condanna a  Piervittorio Belfanti, ritenuto al vertice di una vera e propria associazione a delinquere. E di associazione a delinquere finalizzata alla truffa sono accusati  Gaetano De Rosa, 43enne di Reggio Emilia;  Gianni Dondi, 58enne di Mantova;  Paolo Ferri, 42enne bresciano;  Luigino Fontana, 72enne di Mantova;  Lorenzo Gaspari, 31enne di Mantova;  Salah Eddine M’Hamdi, 34enne marocchino domiciliato a Mantova;  Giulio Adolfo Menconi, 73enne di Calvagese in Riviera; e  Marcello Vecchiolini, 31enne di Mantova, nei confronti dei quali l’altro ieri si è aperta l’udienza preliminare davanti al gup  Beatrice Bergamasco, che ha poi rinviato il tutto al prossimo 22 giugno per un difetto di notifica. Stando a quanto era emerso dalle indagini che nel giugno di 4 anni fa avevano portato all’arresto di Belfanti e di altre 10 persone, l’organizzazione importava auto usate dalla Germania tramite società con sede sia all’estero che in Italia create allo scopo di evadere l’Iva. Le auto usate venivano quindi vendute in Italia con chilometraggi palesemente truccati per aumentare il guadagno dalla loro vendita. Le società coinvolte in questo giro sono Rumiatti Broker Service Srl (Romania), New Cars Sofia Ltd (Bulgaria), Sport Kars Sofia Odd (Bulgaria), Ilizwe Invest Sro (Repubblica Ceca), Euro Kars Sofia (Bulgaria) per quel che riguarda l’estero, mentre per l’Italia ci sono Mediaservice Srl, Gold Car Srl, Formula Auto Srl, Formula Wagen Srls, Car Gas Srl, Ktm Srls, tutte riconducibile a Piervittorio Belfanti e con sede a Mantova tranne Car Gas Srl, amministrata da De Rosa e con sede a Bagnolo in Piano. Tra gli imputati c’è chi figurava come amministratore delle varie società, mentre altri erano venditori con quote societarie e c’era anche chi manometteva i contachilometri. L’inchiesta era nata come seguito dell’operazione Remax del 2016, sfociata nell’operazione Formula, che nel giugno del 2017 aveva portato ad indagare 17 persone, 11 delle quali sottoposte a misura cautelare. Il raggio d’azione dell’organizzazione sarebbe ruotato principalmente attorno all’ufficio della Gold Car di via Spalti a Cittadella.