Ludopatia: Mantova perde il derby della Ats con Cremona e Crema

Gioco d’azzardo patologico

GIOCO D'AZZARDO

MANTOVA  Mantova esce sconfitta dal derby con Cremona e Crema, ma è una sconfitta più che salutare trattandosi di ludopatia. La popolazione cremasco-cremonese è infatti risultata percentualmente più dedita al gioco d’azzardo rispetto a quella mantovana, nell’ambito della stessa Ats Valpadana. Lo si legge nell’ultimo piano per la prevenzione e la cura del gioco d’azzardo patologico pubblicato dalla stessa Ats, e che è alla base del finanziamento da oltre 560mila euro per il 2019 dalla direzione regionale. Alla base del Piano Locale per il Gioco d’azzardo patologico (quello cioè che provoca una dipendenza) dell’Ats Valpadana ci sono dati quantitativi stimati per il territorio delle due province di Cremona e Mantova, che complessivamente conta una popolazione di 770.277 persone: si valuta una incidenza tra lo 0,5 e il 2,2% quindi da un minimo di 3.850 ad un massimo di circa 17mila giocatori, con un valore medio di circa 8.500 soggetti classificati come giocatori d’azzardo patologici. Pochissimi, in confronto, sono coloro che si sono rivolti a una struttura socio sanitaria per trattare il problema: nel 2017 sono stati appena 195 in entrambe le province, lo 0,02% della popolazione, con un’età media di 48 anni. L’88% sono uomini, il resto donne: per un maschio è 7,76 volte più probabile essere un giocatore patologico rispetto ad una femmina; inoltre gli uomini cominciano a giocare prima, in prevalenza nella fascia d’età 20-44 , mentre le donne si approcciano al gioco in età più avanzata (dai 45 anni). Delle 195 persone in trattamento, 45 afferiscono all’Asst di Crema (40 maschi), 56 all’Asst di Cremona (51 maschi) 94 all’Asst di Mantova (81 maschi). Ma, avverte l’Ats, “nonostante i numeri siano maggiori per Mantova, si ricorda che la sua popolazione è più numerosa di quella dell’intera provincia di Cremona.. Infine va sottolineato che il 55% dei ludopatici hanno un’occupazione stabile, il 12% è disoccupato e un altro 12% pensionato o invalido. Il 45% ha studiato solo fino alle medie inferiori, il 21% ha un diploma di scuola superiore, il 2% la laurea, l’1% la laurea magistrale.