Nutrie: nel 2018 catturati 42 mila capi. Ancora troppo pochi

Rodigo, Viadana e Pegognaga i più virtuosi

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Il tavolo dei relatori

MANTOVA  Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? Sulla questione nutrie la domanda è destinata a restare senza risposta anche se i dati, snocciolati ieri dalla Provincia di Mantova, parlano di un aumento delle catture, passate, nel giro di due anni, dalle 15mila circa del 2016 alle 27mila del 2017 fino ad arrivare alle poco meno di 42mila dell’anno appena trascorso. Un dato confortante che però va bilanciato con la necessità, esplicitata da Palazzo di Bagno, di arrivare a quota 100mila, ritenuta la quota ideale per garantire un contenimento efficace di questo tipo di animali. I dati sono stati illustrati ieri nella sede della Provincia dal presidente  Beniamino Morselli, dal consigliere delegato alla vigilanza ittico venatoria Matteo Biancardi, e dai funzionari Gloria Vanz e Giorgio Redolfi: «I risultati sono incoraggianti e significativi e dimostrano la sensibilità delle amministrazioni locali verso un problema di grande rilievo per il nostro territorio – ha spiegato il presidente Morselli – I danni provocati dalle nutrie all’agricoltura e agli argini sono sotto gli occhi di tutti. Siamo ancora lontani dal poter attuare il piano complessivo per l’eradicazione della specie nel nostro territorio ma passi importanti sono stati fatti. Proprio in questi giorni Regione Lombardia ci ha riconosciuto una seconda tranche di contributi». Contributi che – in due stralci da 50mila e da 120mila euro – vanno ad aggiungersi ai 50mila stanziati dalla Provincia e destinati ai 42 comuni che attuano i piani di eradicazione delle nutrie: «La quota ideale per il contenimento sarebbe 100mila capi all’anno – ha precisato Biancardi – ma ciò comporterebbe un investimento di di quasi 700mila euro. Siamo comunque soddisfatti dei risultati raggiunti».