Mantova La prima al nuovo Martelli sarà da Brividi. Domani sera alle 20.30 il calcio d’inizio della seconda giornata. Di fronte il Cosenza, che all’esordio ha battuto la Cremonese. Ma questo non spaventa i supporter virgiliani, pronti ad accogliere i propri beniamini con una speciale coreografia, tutti vestiti di bianco e rosso. «Siamo contenti e fiduciosi – spiega mister Davide Possanzini -. Aspettiamo questo momento da tanto e non vediamo l’ora di scendere in campo. La società, assieme al Comune, ha fatto tanto per ristrutturare il Martelli. La nostra casa sarà diversa, più bella e accogliente col pubblico pronto a darci una mano». Ancora troppo presto per capire se il Mantova ha trovato la sua dimensione in B. «L’unica consapevolezza – ribadisce il mister – è nelle cose che sappiamo fare. Sono passati solo 96 minuti, ma ci hanno fatto capire com’è il campionato: poco margine di errore, più qualità e intensità e un gioco duro con tanti falli. In realtà, sapere dove ci collochiamo è ancora difficile». «Il Cosenza – prosegue – ha dimostrato settimana scorsa di essere tosto, giocando a viso aperto con la Cremonese. Sappiamo che ci verranno a prendere forte e alti e che sarà una sfida piena di duelli e lanci in verticale. Mister Alvini è bravo e le statistiche parlano chiaro: 90 gare in B per lui, mentre io ne ho appena due».
Dopo la partita con la Reggiana, i biancorossi hanno imparato un nuovo concetto. «Ogni giornata è a sè, si può perdere o vincere con tutti. L’importante è far sì che gli episodi girino dalla nostra parte, o almeno cercare di gestire meglio determinate situazioni». Per quanto riguarda la formazione, nella testa di Possanzini c’è ancora qualche dubbio. «Voglio mettere i migliori. Quelli che mi danno più garanzie tecniche e tattiche in relazione alla gara. So per certo che le prossime due gare (con Juve Stabia e Salernitana, ndr) dipenderanno anche da come finirà questa. Stiamo studiando il Cosenza, cercando di immaginare come potrà svilupparsi la partita. Ma a volte succede tutto il contrario di ciò che mi ero immaginato. Se giocheremo in verticale, non escludo che Mensah e Bragantini possano partire titolari, ma lo stesso discorso vale per tutti gli altri. Ripeto, chiunque giocherà, dovrà cercare di capire la situazione che avrà davanti. In questo gli allenamenti fanno bene perché ci aiutano a crescere: solo tramite gli sbagli e riproducendo la situazione vissuta in partita si capiscono le cose». «Giocare gare ravvicinate – conclude Possanzini – fa bene ai ragazzi. Chi si approccia a questo sport lo fa perché vuole vivere le emozioni della sfida e capire se sta facendo bene oppure no. Ovvio che il bene non deve dipendere dal risultato positivo e il male da quello negativo. Dovremo essere lucidi nell’analizzare tutto ciò che ci circonderà. E sentirsi carichi e sostenuti da fuori può diventare determinante».
Samuele Elisse