CASTEL D’ARIO – Raccontare, di questi tempi, di una manifestazione popolare come la Bigolada, potrebbe sembrare inverosimile. Per il secondo anno di fila l’emergenza epidemiologica non ha consentito di “apparecchiare” piazza Garibaldi secondo i canoni tradizionali. Niente cuochi impegnati a cucinare quintali di bigoli fumanti da dispensare alle migliaia di persone che erano solite affollare Castel d’Ario nel primo giorno di Quaresima. Niente bancarelle, né spettacoli. Ma lo spirito propulsivo di ristoratori locali e volontari Pro Loco è riuscito a trasformare quello che rischiava di risultare un anonimo mercoledì delle Ceneri in una nuova pagina di questa straordinaria storia ultrasecolare. Ieri si è infatti “consumata” la prima Bigolada a domicilio, nell’ottica di mantenere viva la tradizione e di promuovere il piatto con l’asporto. A cucinare i bigoli ci hanno pensato i sei ristoranti che hanno promosso questa lodevole iniziativa – Al Macello, Stazione, Locanda al Commercio Rolli, San Giuseppe, Hostaria Nivola e Vecchia Susano -, mentre le consegne porta a porta sono state organizzate dalla Pro Loco. «Ogni piatto di “bigoi” e “sardèle” è stato assemblato nei contenitori isotermici e poi consegnato direttamente nelle case dei residenti che si erano prenotati per tempo – ha spiegato il presidente della Pro Loco Paolo Soave -. Un esperimento riuscito, a dimostrazione del gradimento di cui gode il brand Bigolada, dallo scorso anno iscritta nell’albo della De.Co. e riconosciuta da Regione Lombardia come “patrimonio immateriale”. Anche se i fuochi a legna della piazza erano spenti, il calore non è mancato grazie alla vicinanza dei cittadini e dei tanti clienti che hanno raggiunto i nostri ristoranti». Come da consuetudine, il primo piatto è stato servito al sindaco. «E’ proprio vero che la necessità aguzza l’ingegno – ha commentato Daniela Castro -. La Bigolada d’asporto si è rivelata un grande successo, tanto che già martedì i ristoranti hanno dovuto adoperarsi non poco per poter esaudire tutte le richieste. L’augurio è di poter tornare nel 2022 alla nostra bellissima e unica festa di piazza». Le foto, i selfie e i video che i cittadini hanno postato sulla pagina Facebook della Pro Loco lasciano trasparire tutta la voglia di un ritorno alla normalità. E per normalità s’intende anche la possibilità di lasciar fare il proprio lavoro “dal vivo”, con professionalità e umanità, a chi, come i ristoratori, è stato così penalizzato dalle chiusure. Noi siamo andati a trovarli proprio a pochi istanti dall’arrivo dei primi clienti di quella che per Castel d’Ario resta comunque una giornata speciale e abbiamo colto nelle loro parole e nei loro occhi l’emozione quasi come fosse il primo giorno di lavoro, la speranza di poter uscire da questo momento difficile e l’orgoglio di poter ricevere clienti che sono spesso anche confidenti e amici, ma altresì di fare arrivare un prodotto di qualità nelle case dei loro concittadini (le porzioni servite a domicilio sono state più di 500). A unire tutti e tutto, un pezzo della Castel d’Ario più autentica rappresentata dal mondo della ristorazione e del volontariato che, insieme, hanno portato nelle case dei cittadini un piatto che contiene tutto l’orgoglio di una comunità. Si aggiunge così un nuovo capitolo al romanzo della kermesse gastronomica più attesa. E chissà che all’ex sindaco Sandro Correzzola , già autore del libro “La Bigolada – Dalla protesta alla festa”, non venga voglia di cimentarsi in una nuova avventura letteraria per raccontare anche questa Bigolada sui generis.
Matteo Vincenzi