MANTOVA – Le opposizioni lo segnalano da tempo: il recupero della Rocca di Sparafucile, l’ex ostello della gioventù a ridosso del “Büs dal gat”, viene di anno in anno fatto slittare nel programma delle opere pubbliche, e attualmente il cantiere è totalmente paralizzato.
Ma non si tratta di negligenza né di questioni di priorità. L’assessore ai lavori pubblici Nicola Martinelli giustifica questo continuo glissando temporale con la mancanza di risorse per potere portare a termine il progetto partito già con la giunta di centrodestra (che acquisì l’antica rocca gonzaghesca dal demanio statale per farne un infopoint), e che è proseguito nel 2017 con i cantieri per la sola area esterna. «Per procedere, servono 2 milioni, che allo stato dell’arte purtroppo non ci sono», dice.
I giardini sono già stati ultimati, e avevano comportato una spesa di circa 300mila euro, ma restano i lavori all’interno, i più sostanziosi. «Peraltro – prosegue l’assessore – si tratta di un intervento che non può essere scomponibile in lotti funzionali, in varie tranche, come si è fatto con altri immobili, da Palazzo del Podestà alle Fruttiere di Palazzo Te. Qui occorre fare tutto in un unico lotto: è una questione che va affrontata in blocco, e proprio qui sta la complessità».
Dunque? Giardini, illuminazione, percorsi per disabili e sentieri vari sono già stati realizzati al secondo anno del mandato di Mattia Palazzi. Rimane da sistemare l’interno, per il quale a dire il vero c’è solo l’orientamento di ricavarne un punto informativo per l’utenza turistica, proprio come era stato deciso al momento della cessione da parte dello Stato. «La destinazione definitiva si avrà solo quando entreremo nella fase del progetto definitivo, che è la parte progettuale più consistente nei lavori pubblici. Oggi abbiamo solo quello esecutivo di recupero e valorizzazione. Attendiamo il bando giusto e poi partiremo con il definitivo», conclude Martinelli, precisando in ogni caso che interventi simili richiedono esternalizzazioni professionali.