MANTOVA Trasparenza, corresponsabilità e accompagnamento condiviso” sono le parole chiave del convegno annuale dei Consigli degli affari economici parrocchiali, svoltosi ieri nell’aula magna del Centro Pastorale “Carlo Ferrari”. Il momento di riflessione, dal titolo “Amministrare per Servire”, ha voluto incrociare il rendiconto economico 2024 e il Cammino Sinodale italiano. Fin dall’intervento introduttivo del vicario generale don Alberto Formigoni e dalle parole del vescovo Marco Busca è emersa una convinzione condivisa: amministrare è un atto pastorale. Busca ha ricordato che il bilancio di missione non è fatto di cifre, ma di persone e responsabilità comuni. «Il pauperismo non è l’interpretazione corretta della beatitudine dei poveri di spirito», ha detto, invitando a «saper stare nel cambiamento». Ha richiamato i segnali più evidenti: calo della partecipazione, riduzione delle risorse, dipendenza dall’8xmille e complessità amministrative. Da qui l’invito a essenzializzare strutture in esubero e impegni dei parroci, valorizzando competenze laicali. Entro tre mesi in ogni Unità Pastorale: andranno rinnovati i Consigli economici, inserendo figure giovani e digitali; si dovrà individuare un referente amministrativo del Sovvenire; un referente amministrativo laico; viene prevista una formazione al sostegno economico dal 2026. L’economo diocesano Alessio Gioia ha presentato il rendiconto 2024: un bilancio in equilibrio, con un avanzo di 28.376 euro, frutto di prudenza e continuità. Il patrimonio immobiliare, mobiliare e culturale è stato preservato, ma resta una criticità: «L’equilibrio si regge ancora troppo su ricavi straordinari e fondi Cei 8×1000. I ricavi ordinari da soli non basterebbero». Ampia parte della mattinata è stata dedicata all’8xmille. La diocesi riceve quasi 4 milioni di euro l’anno, decisivi per clero, carità, pastorale e beni culturali. Ma il quadro nazionale preoccupa: «Oggi poco più del 50% dei praticanti firma per la Chiesa cattolica», ha ricordato Nicola Grassi. «Nei prossimi anni su scala nazionale potrebbero mancare oltre duecento milioni di euro». Persistono pregiudizi e poca conoscenza del sistema, definito «il primo caso di democrazia fiscale diretta del Paese». Il direttore della Caritas, Matteo Amati, ha illustrato l’uso delle risorse: solo il 17% dei fondi caritativi Cei resta in diocesi, il 73% sostiene progetti delle associazioni diocesane per accoglienza e ascolto. Sul fronte assicurativo è intervenuto Marco Marini (Janua Broker Spa), presentando un progetto di semplificazione dei sinistri e di maggiore supporto alle parrocchie. Ha chiuso i lavori Manuela Daolio con la sintesi del Cammino sinodale: comprendere il contesto e le sue fragilità, rinnovare la forma ecclesiale rendendola più corresponsabile e trasparente, costruire alleanze con istituzioni e territorio. L’amministrazione, ha ricordato, «è parte della credibilità della Chiesa» e strumento concreto di testimonianza.
Antonia Bersellini Baroni





































