MANTOVA Non tutti la vogliono, e si sapeva. Ma il “no” esplicito alla Grande Mantova, in relazione alla richiesta referendaria da tradursi in legge, è stato formulato espressamente ieri in commissione affari istituzionali della Regione, presieduta da Alessandra Cappellari. Il tutto in attesa dell’incontro coi cinque sindaci che si terrà mercoledì prossimo al Pirellone.
La proposta del Comune unico è stato protagonista con le audizioni relative al progetto di legge sulla fusione dei cinque comuni Mantovani. «Sono stati auditi alcuni componenti del “Comitato per il no – ha commentato la presidente Cappellari –, in particolare il coordinatore Romano Bondavalli, Carlo Baracca di Porto Mantovano, Nicola Chiribella di Borgo Virgilio, Eugenio Anceschi di Mantova e Manuel Pignatti di Curtatone. Era presente altresì Marco Mantovani. Le persone che abbiamo ascoltato – ha proseguito Cappellari – hanno spiegato le ragioni della loro contrarietà, che vanno da una realtà diversa da quella che viene descritta nella relazione facente parte integrante del progetto di legge, alle difficoltà che tecnicamente si incontrerebbero laddove si fosse costretti a realizzare la fusione senza aver preliminarmente mai messo in atto servizi in comune; è stato poi sottolineato come una simile tipologia di fusione, calata dall’alto, possa adeguarsi a piccoli comuni, mentre nelle grandi realtà come quelle oggetto del progetto serva un coinvolgimento dei cittadini a partire dalla comunione di servizi tra i comuni coinvolti, ossia un coinvolgimento nei fatti che porti poi ad una decisione ponderata e non sull’onda, eventualmente, di posizioni ideologiche».
L’accento è stato posto dai sostenitori del “no” anche sulla particolare dimensione territoriale, molto ampia, che la grande Mantova assumerebbe a fronte di una densità abitativa molto bassa. Terza giornata dedicata al tema è stata calendarizzata e messa in programma mercoledì prossimo con l’audizione dei sindaci dei cinque comuni mantovani.
Grande Mantova, anche il “no” picchia i pugni
Ascoltato il fronte contrario in Regione: “Nessuna fusione di comuni calata dall’alto”