MANTOVA – Forse è presto per parlare di un asse Mantova-Verona, ma in materia di infrastrutture le voci tra i virgiliani e gli scaligeri suonano all’unisono. Per entrambe le province sarebbe strategico trovare intese utili a rafforzare le infrastrutture comuni o comunicanti. E di questo hanno parlato proprio in Palazzo Scaligero, dopo il precedente incontro a Palazzo di Bagno, i rispettivi presidenti, il veronese Flavio Pasini e il mantovano Carlo Bottani.
Sul tavolo, intanto, la questione Autobrennero Spa, che vede soci entrambi gli enti, e che a breve dovrebbero rinnovare le proprie rappresentanze in seno al Cda di Trento – posto che la questione della concessione dell’A22 alla società autostradale abbia buon esito senza dover passare per una nuova gara.
Ancóra, in materia infrastrutturale, Bottani e Pasini hanno convenuto sulla valenza strategicica del raddoppio ferroviario Mantova-Verona, la metropolitana di superficie per collegare Verona all’aeroporto “Catullo” di Villafranca, e il ripristino della ormai dismessa tratta Fs Mantova-Peschiera. Tutti temi, questi, che da anni rimangono nei cassetti di entrambi gli enti, ma che è ferma volontà dei presidenti di non consegnare alla posterità come inutili libri dei sogni.
Non tutto si presenta a portata di mano, s’intende. La questione A22 permane nel limbo dei vari ricorsi in attesa di sentenza. Il raddoppio della linea Fs che congiunge i due capoluoghi vede invece al momento disinteressata Rfi, già impegnata sul raddoppio per la direttrice Mantova-Codogno. Quanto al “Catullo”, invece, è stata la stessa Mantova a prendere le distanze togliendosi dalla compagine societaria dell’aeroporto. E la tratta Mantova-Peschiera? Uno studio di fattibilità già c’è; meno certa la reperibilità dei fondi necessarî per realizzarla.






































