Inquinamento, ultimo braccio di ferro Comune-Edison

L’azienda non molla dopo la sconfitta al Tar e via Roma si prepara per il Consiglio di Stato

MANTOVA Tra meno di due mesi, forse già a fine maggio o ai primi di giugno, si saprà chi avrà avuto più costanza e forza nel braccio di ferro ambientalista fra la città e il gruppo Edison, il principale soggetto sotto la lente ministeriale nella ricerca delle responsabilità dell’inquinamento cittadino. L’amministrazione comunale ha infatti disposto di opporsi al colosso della chimica in sede legale, dopo che il Tar di Brescia aveva responsabilizzato la Edison per il 97% delle contestazioni sul Sin, il sito inquinato di interesse nazionale, che a questo punto attende solo la certificazione giudiziaria per capire a chi toccheranno le responsabilità della bonifica.
È datata al 18 aprile la deliberazione della giunta che incarica l’avvocato amministrativista  Paolo Gianolio di resistere all’appello inoltrato dalla Edison al Consiglio di Stato. Un appello che fa seguito alla prima sentenza del Tar bresciano, che aveva respinto 7 degli 8 ricorsi presentati dal gruppo chimico in relazione ad altrettanti accertamenti effettuati sul sin. In un solo caso la Edison era stata esentata da responsabilità, laddove era emerso un punto d’accordo tra il Ministero dell’ambiente e l’azienda che nei fatti deresponsabilizzava la società. Per tutti gli altri ricorsi il tribunale amministrativo era rimasto fermo nell’accogliere gli argomenti esibiti dal Comune, affiancato dalla Provincia e dallo stesso dicastero ambientale. In particolare dalle caratterizzazioni effettuate da Palazzo di Bagno, su input ministeriale, era emerso che solo al gruppo chimico potevano essere ricondotti gli spandimenti di mercurio (oltre a vari altri inquinanti) derivanti dai processi produttivi.
«Abbiamo depositato la nostra costituzione in appello il 19 aprile – spiega l’avvocato Gianolio –, e adesso attendiamo i quaranta giorni circa per arrivare al Consiglio di Stato. In quella sede chiederemo ovviamente che venga cristallizzata la responsabilità del soggetto in questione circa le contaminazioni contestate».