MANTOVA «Ma vi sembra normale che in un momento di difficoltà per le famiglie, alle prese con rincari e balzelli di ogni tipo, il sindaco di Mantova del Pd, Mattia Palazzi, decida di stanziare 10mila euro per uno scuola bus dedicato al campo nomadi e altri 8mila euro per manutenzioni alla medesima struttura gestita da Aster, la società in house del Comune?». A domandarlo è il capogruppo di Fratelli d’Italia Luca De Marchi, il quale ha già presentato una specifica interrogazione alla giunta comunale per chiedere lumi e dettagli sull’operazione e per sapere «se vi sono casi di assessorati o partecipate che utilizzano impropriamente fondi pubblici per esentare determinati cittadini dal pagamento delle utenze, creando così una situazione di sostanziale discriminazione». Ma l’esponente della destra consiliare svela un ulteriore retroscena: «Recentemente, tanto per fare un esempio, abbiamo riscontrato nelle commissioni consiliari che le utenze Tea dei rifiuti dei campi nomadi non vengono fatte pagare alle persone che vi stazionano da almeno 10 anni e che tale importo, limitato alle sole utenze, ammonta a circa 40.000 euro di debiti. E la cosa grottesca è che queste persone nemmeno sono registrate all’anagrafe». Quindi l’ammonimento a sindaco e giunta: «Mi auguro che adesso non tirino fuori la solita tiritera della discriminazione etnica, perché noi per primi diciamo che tutte le persone devono avere gli stessi diritti e doveri. Peccato che a fare queste discriminazioni sia per prima l’amministrazione, la quale considera alcuni cittadini “intoccabili”, mentre con altri, ossia i mantovani, si mostra implacabile nel tagliare l’acqua in alcuni stabili perché alcuni condomini erano “morosi”. Un falso buonismo e un’integrazione di facciata che non sono più tollerabili e neppure comprensibili – chiosa De Marchi -. Se la coperta è corta, copriamo prima i Mantovani».
Matteo Vincenzi