L’imprenditore Giorgio Girondi scala Mps e se ne prende il 3%

Giorgio Girondi
Giorgio Girondi

MANTOVA È un ingresso di peso quello dell’imprenditore mantovano Giorgio Girondi nel gotha del sistema bancario nazionale. La stampa specializzata ha reso conto della grande scommessa che il presidente di Ufi Filters sul Monte dei Paschi di Siena, ma con un evidente occhio anche a Mediobanca sulla quale pesa a sua volta l’offerta pubblica di scambio (Ops) di Palazzo Salimbeni.
La comunicazione è arrivata direttamente dalla Consob, in quanto l’imprenditore virgiliano, mediante la Ggg Spa, risulta dal 16 luglio in possesso della quota del 3,001% di Mps, soglia che ha fatto inevitabilmente scattare l’obbligo della notifica.
Una mossa tattica, rilevano gli addetti ai lavori, questa di Girondi, utile a sostenere il fronte guidato da Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Mps, nella scalata per l’acquisizione della ex banca di Enrico Cuccia. Ma anche per Girondi l’operazione non è priva di riscontro e risonanza, tenuto conto che con questo suo 3%, l’imprenditore diventa di fatto il quinto azionista della banca senese, alle spalle di Mef (11,7%), Caltagirone (9,96%), Delfin (9,87%) e di Banco Bpm (9%). Non solo: la sua presenza nel consesso azionario potrebbe ancora crescere, dicono gli osservatori, magari attraverso derivati convertibili. Dunque, un ingresso stabile nel gotha bancario nazionale? O piuttosto una “gestualità opportunistica”, come ipotizzato dalla stampa economica? I precedenti per lasciarlo supporre, del resto, non mancherebbero, tenuto conto che nel 2020 aveva acquistato circa il 5% del Banco Bpm, decidendo però di uscirsene nel novembre 2021 con una plusvalenza di 100 milioni – e senza nemmeno trascurare che sempre lui era stato tra i fondatori del gruppo della Banca del Fucino. Con l’operazione Mps di queste ore, si ipotizza che Girondi potrebbe puntare ancóra su un investimento dal forte impatto strategico.
Nemmeno si esclude però che lo stesso imprenditore possa rafforzare il suo 3% tramite il mercato o derivati, o puntare ad accordi con altri soci di peso, partecipando attivamente alla governance futura.