MANTOVA – Saranno circa 2,5 i milioni di euro in meno che entreranno nelle casse comunali secondo le stime del sindaco Mattia Palazzi e dell’assessore al bilancio Giovanni Buvoli in seguito all’applicazione delle misure restrittive da epidemia. Mancheranno all’appello l’imposta di soggiorno, una parte del canone di occupazione del suolo pubblico, i ticket dei musei e i pagamenti della sosta, più altre entrate extra tributarie. Ma ad aggravare il conto, secondo il capogruppo di Forza Italia Pier Luigi Baschieri concorrerà il rischio che i dividendi delle società, come A22 e Tea Spa, che possono subire fisiologiche flessioni.
Da qui la proposta di Baschieri al sindaco: «Lo Stato onori i suoi debiti con il Comune: non è il momento della melina e della burocrazia ostruzionistica. Quei soldi ci servono per rilanciare l’economia cittadina una volta che si sarà allentata la morsa della pandemia».
E non sono bruscolini: per il capogruppo azzurro in arretrato lo Stato deve ancora i 2,76 milioni di euro che il ministero di Grazia e Giustizia deve a via Roma per le spese a favore del Tribunale di via Poma dal 2011 al 2015 (utenze, spese di gestione e personale comunale). Debito che il dicastero guidato da Bonafede voleva pagare nell’arco di 30 anni, con rate di circa 90mila euro annue. Il Comune assieme ad altri capoluoghi, ha ottenuto ragione al Tar il 19 maggio scorso, e ora è in attesa di comprendere quali siano le intenzioni romane.
«Ma nelle casse di via Roma manca anche il milione promesso da Franceschini per l’anno di “Mantova Capitale della Cultura” – prosegue Baschieri –: ad oggi sono arrivate solo? briciole (40mila euro). Un po’ pochi dal momento che il titolo è stato assegnato nel 2016, di questo passo ci vorranno altri 24 anni per erogare il dovuto. In totale vantiamo circa 3,7 milioni dallo Stato. Un tesoretto che ci tornerebbe utile in questa fase. Non è più tempo di bon ton politico: il sindaco, deve battere i pugni sul tavolo per far si che lo Stato rispetti i suoi debiti», conclude Baschieri.