MANTOVA È finita a processo con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per avere dato ospitalità a un extracomunitario al quale era scaduto il permesso di soggiorno. ieri però è stata assolta perché le è stato riconosciuto il vizio totale di mente. A finire sotto accusa era stata una 62enne di origini sudamericane regolarmente residente in provincia. All’epoca dei fatti, il 2020, pieno periodo di Covid, la donna aveva dato ospitalità a un 45enne marocchino. Questi, in cambio di vitto e alloggio e pur pagando una cifra simbolica di affitto da 20 euro al mese, svolgeva vari lavori di manutenzione, giardinaggio e altro nell’abitazione della donna. Il ménage domestico è andato avanti senza alcun intoppo fino a quando il 45enne non era stato fermato dai carabinieri per un controllo di routine in seguito al quale era emerso che all’extracomunitario era scaduto il permesso di soggiorno. Ciò che faceva di lui un clandestino a tutti gli effetti, e quando l’uomo cercava di spiegare ai militari che da tempo abitava in casa di una donna per cui era una sorta di factotum, questa veniva a sua volta indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reato per il quale è finita a processo. La 62enne, difesa dall’avvocato Katia Cipriani, è però risultata affetta da problemi psichici, tanto da avere un amministratore di sostegno, e da essere quindi sottoposta a una perizia da parte di un consulente nominato dal tribunale che ieri ha riferito l’esito della sua perizia, dichiarando la donna incapace di intendere e volere al momento del fatto. A quel punto il giudice Alessia Perolio ha interrotto l’istruttoria passando direttamente alla discussione del processo, per poi pronunciare la sentenza di assoluzione per vizio totale di mente dell’imputata, e ha disposto come misura che la 62enne si sottoponga per un anno alle cure del Cps di Mantova.








































