MANTOVA – Con il nuovo rimbalzo del mais a uso zootecnico, cresciuto nella seconda metà di luglio di 9 euro alla tonnellata, superando il tetto dei 270 €/t e avvicinandosi così al picco di 277 €/t raggiunti lo scorso maggio, i costi di produzione dei suini premono sulla redditività degli allevamenti. Un equilibrio fra costi e ricavi si rende quanto mai necessario, per non penalizzare da un lato i cerealicoltori e non privare gli allevamenti di una programmazione produttiva necessaria. L’allarme di Coldiretti Mantova sui costi di produzione si muove in un doppio sollecito: da un lato verso i mangimisti, alla vigilia della campagna di raccolta del mais, invitandoli se possibile ad alleggerire le pressioni sulle porcilaie e, dall’altro lato, chiedendo all’industria di macellazione e alla distribuzione al largo consumo di farsi carico di un aumento dei prezzi di alimentazione dei capi, così da ridare ossigeno alla produzione e riportare i conti in equilibrio. “Solamente il mais rappresenta quasi il 50% della dieta alimentare dei maiali – spiega Claudio Veronesi, allevatore di Sustinente legato a Coldiretti Mantova -. Gli allevamenti moderni, per le dimensioni, sono ormai lontani dall’autosufficienza alimentare e devono acquistare almeno il 20-30% dell’approvvigionamento di granoturco, il cui prezzo è cresciuto negli ultimi 12 mesi di circa il 40%, compromettendo in questo modo l’efficienza della suinicoltura. I prezzi dei suini grassi da macello, seppure dalla metà di luglio siano in aumento, non riescono a garantire ancora un’adeguata remuneratività delle aziende, dopo mesi di produzioni in tensione, che hanno visto crescere non solo il mais, ma anche il frumento, aumentato di oltre il 20% e l’orzo, salito del 40 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020”.
Oggi – rileva Coldiretti Mantova – gli allevatori si trovano di fronte a un dilemma: acquistare scorte di cereali per i mesi successivi, anticipando così notevoli cifre ai mangimisti, oppure navigare a vista e comperare mese per mese le quantità di cereali necessarie per il proprio fabbisogno? Anche perché le grandi Dop del territorio mantovano, necessitano di un imprescindibile approvvigionamento locale delle materie prime.
“È necessario affrontare con senso di responsabilità il futuro della suinicoltura – conclude Veronesi – alla quale sono sistematicamente chiesti sforzi in tema di benessere animale, di riduzione del farmaco, di sostenibilità ambientale, dimenticando al contrario quella sostenibilità economica, che sta alla base del futuro di ogni azienda”.