Maxi blitz anti ‘ndrangheta, tra i 43 arrestati anche un imprenditore mantovano

MANTOVA Centoventitre persone iscritte nel registro degli indagati di cui 43 destinatarie di misure cautelari. Questo il bilancio della maxi operazione anti ‘ndrangheta effettuata all’alba di ieri dai militari del Ros, con il supporto dei comandi provinciali carabinieri di Crotone, Cosenza, Catanzaro, Potenza, Parma, Brescia, Milano e Mantova oltreché dello Squadrone Eliportato Calabria, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta denominata “Glicine akeronte”.
Nello specifico 22 soggetti coinvolti sono indagati per associazione per delinquere di tipo mafioso, 9 per associazione per delinquere, 3 per associazione per delinquere finalizzata alle truffe ed altri per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, turbata libertà degli incanti, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Ad alcuni degli indagati, tra l’altro, viene contestato il reato di scambio elettorale politico-mafioso. Sempre nell’ambito dell’inchiesta viene altresì contestato un omicidio, quello di Salvatore Sarcone freddato nel 2014 nell’ambito di una cruenta faida tra fazioni criminali contrapposte. Stando alle risultanze investigative della Dda di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri un “Comitato d’affari” che avrebbe organizzato un “diffuso sistema clientelare” per la gestione di appalti pubblici, ed in particolare di quelli banditi dalla Regione Calabria, ma non solo; lo smaltimento dei rifiuti e una serie di nomine ed incarichi politici.
Nella lunga lista di accusati, oltre ad affiliati del clan Megna di Papanice – compreso il boss Domenico “Mico” Megna – figurano anche diversi nomi “eccellenti”, soprattutto in ambito politico, tra cui l’ex presidente della giunta regionale della Calabria Mario Oliverio, l’ex assessore regionale Nicola Adamo, l’ex consigliere regionale Enzo Sculco, Nicodemo Parrilla, ex sindaco di Cirò Marina, nel Crotonese, nonché ex presidente della Provincia di Crotone e due dirigenti della Regione Calabria: Mimmo Pallaria e Orsola Reillo. Sotto indagine anche Alfonso Dattolo, sindaco di Rocca di Neto; l’ex consigliere regionale Flora Sculco e Raffaele Vrenna, ex presidente del Crotone Calcio. Indagato anche l’ex consigliere regionale del Pd Seby Romeo.
Per quanto concerne invece il territorio virgiliano il blitz dei carabinieri del comando provinciale di Mantova ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, in regime domiciliare, a carico dell’imprenditore Mauro Prospero, 62enne originario di Peschiera del Garda e residente a Monzambano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e stando alle “carte” dell’inchiesta «con svariati interessi economici nella zona del Lago di Garda» e ritenuto «a stretto contatto con il clan Megna nonché con quello dei Grande Aracri di Cutro». Sempre secondo le dichiarazioni rese dai vari collaboratori di giustizia in altre maxi inchieste di ‘ndrangheta come ad esempio “Aemilia” la figura di Prospero sarebbe quella di imprenditore «che si prestava a fare qualunque tipo di affare illecito, in particolare, nel redditizio sistema delle fatturazioni per operazioni inesistenti. Legato agli ambienti criminali calabresi ne frequentava gli esponenti, potendo contare sulla “protezione” sia della cosca Grande Aracri che di quella Megna di Papanice». E ancora «imprenditore operante in diversi settori e in rapporti, risalenti agli anni Novanta, con molti esponenti della cosca Grande Aracri di Cutro che si rifornivano di inerti nelle cave della famiglia Prospero». (loren)