MANTOVA Non ce l’ha fatta Marzio Achille Romani, l’87enne professore in pensione e accademico mantovano travolto una settimana fa da un’auto pirata a Milano Marittima. Risultato subito in condizioni gravissime era stato trasportato d’urgenza all’ospedale Bufalini di Cesena dove l’altro ieri, a distanza di sei giorni dall’incidente, è deceduto. A investirlo era stato un ravennate ultra-novantenne datosi alla fuga, per poi essere individuato dalla polizia locale: grazie alle testimonianze e alle telecamere di videosorveglianza, gli agenti erano risaliti alla targa dei veicolo e quindi al nome del responsabile nel frattempo presentatosi spontaneamente accompagnato da un familiare. Romani era in ferie in un hotel di Milano Marittima e la mattina del 24 maggio scorso, attorno alle 10, stava attraversando sulle strisce pedonali in viale Due Giugno, nei pressi della prima traversa tra il lungomare e un’edicola, poco distante dalla moglie che non si era accorta di nulla. Improvvisamente l’accademico, già professore di storia economica all’università Bocconi di Milano, era stato travolto da un auto. Scaraventato a terra era stato quindi subito soccorso da diversi passanti. Il pirata della strada, un medico in pensione, era stato invece indagato a piede libero per le ipotesi di lesioni colpose stradali, omissione di soccorso e fuga da incidente con ferito. Una posizione la sua che ora, a fronte della morte di Romani, si va a aggravare ulteriormente in quanto chiamato a rispondere, non più di lesioni ma di omicidio stradale.
La Bocconi piange la scomparsa del suo storico. L’omaggio del suo allievo Stefano Baia Curioni
Marzio Achille Romani è mancato oggi dopo un tragico incidente stradale, che ha lasciato tutti increduli. In tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e frequentarlo resta come un tratto di puro affetto, come il segno di una sua esitante e rispettosa dolcezza che si faceva largo nel cuore. 
Storico economico umanista, Marzio è cresciuto alla scuola ispirante ed eterogenea di Aldo De Maddalena, di cui è stato discepolo dopo Luigi Basini: prima a Parma, poi Brescia e la Bocconi, approdo definitivo della sua pratica accademica. La sua storia economica è larga, culturale, attenta al sociale, alle difficoltà e alle sofferenze dei più deboli. Nella sua lettura dei fenomeni economici la complessità dei legami tra scambi, produzioni, commerci e tempi, luoghi, sistemi sociali, trova sempre il modo di emergere, distinguendosi dalla cogenza teorica dell’economia politica e aziendale con cui si confronta.
Uomo curioso, aperto, amico di umanisti come Alberto Tenenti e Manfredo Tafuri con cui ha condiviso l’avventura di Europa delle Corti, di economisti rigorosi come Mario Monti e pensatori eterodossi, fratello di ricerca di Marco Cattini, Marco Bianchini, Giuseppe Papagno e tanti altri, partecipe della scuola delle Annales.
Innamorato della sua Bocconi, ha sostenuto l’avventura del Des, è stato il motore della redazione della storia dell’Università, e per molto anche consigliere dell’ente che ne regge le sorti la Fondazione Javotte Bocconi.
Marzio è un uomo gentile, studioso, a tratti timido, fattivo, fedele. Per tutta la sua carriera viaggia quotidianamente da Mantova a Milano per mantenere la propria presenza in famiglia con sua moglie e con sua figlia. Si batte per una storia aperta all’interdisciplinarietà, porta in istituto la business history e con Massimo Amato anche Foucault.
Marzio, apri le porte, intoni una stagione di ricerche originali e generose, ispiri diverse generazioni di studenti, sei un fratello maggiore, un uomo per bene.
Parliamo di te al presente, perché è così che gli amici fanno, con un grande grazie tra le mani.






































