MANTOVA Verità oppure strategia? Cosa si contiene nelle parole del sindaco Mattia Palazzi rilasciate nell’intervista di fine anno, giunto ormai al suo ultimo anno di mandato? Ne dànno una interpretazione anche i quattro capigruppo delle principali forze di opposizione di centrodestra in consiglio comunale.
Stefano Rossi (Mantova ideale) è stroncante: «Nella consueta stucchevole intervista di fine anno il sindaco racconta, ancóra una volta, di una Mantova che non esiste. Una città che in realtà balza quotidianamente alla ribalta per episodi di criminalità e di atti vandalici, spesso compiuti da incontrollate baby gang di seconda generazione, asfissiata da un traffico sempre più insostenibile, da una mancanza di infrastrutture che questa sinistra non ha colpevolmente posto nei propri obbiettivi di governo. Preoccupano in particolare due grandi opere che Rfi ha posto come obbiettivi del prossimo e dei successivi anni: i sottopassi ferroviari di Gambarara e Porta Cerese. Visto ciò che sta accadendo con l’interminabile sottopasso della Stazione, qualcuno in via Roma si sta chiedendo come potrà la città sopportare questi due cantieri in contemporanea?». C’è poi per Rossi il tema della desertificazione del centro, ove compaiono sempre più negozi sfitti.
«Mi chiedo – aggiunge il leader dell’opposizione – per quanto tempo ancora dovremo sentire da parte della giunta e della maggioranza la litania di colpevolizzare esclusivamente l’e-commerce del disastro, che invece unicamente loro hanno creato in città. Nella recente sessione di bilancio, intervenendo nel dibattito in consiglio comunale, ho recentemente sottolineato come il tempo delle vacche grasse sia finito. Ne sono prova i fiacchi interventi dai banchi della maggioranza che, a differenza degli anni passati, sono stati tutti incentrati sui tagli del governo e sulla presunta latitanza della Regione. Ma sono facilmente smentibili. Innanzitutto, pensando che nel 2025 i tagli da Roma per Mantova saranno pari a 615mila euro, che corrispondono, su 75,5 milioni di euro di spesa corrente, a un misero 0,8%. In secondo luogo, le accuse alla Regione sono arrivate proprio nei giorni in cui abbiamo saputo che la Lombardia genera un quinto del Pil italiano, che è il terzo all’interno dell’Unione europea, e che considerando la Lombardia come un’economia nazionale, sarebbe il decimo paese per Pil tra i 27 dell’Ue (con 480,6 miliardi di euro nel 2023), subito dopo l’Irlanda e prima di paesi come Austria, Danimarca, Finlandia e con un Pil pari a più del doppio di quello della Grecia».
Insomma, per Rossi «la verità è che a Mantova tocca ancora una volta a “mamma Tea”, con i suoi dividendi (10,5 milioni di euro), salvare questa amministrazione comunale di sinistra da tagli sempre più netti che sarà costretta a fare già dal prossimo anno. Ciò che è doveroso nuovamente, è invece elencare le spese folli fatte e che continuano a essere fatte da questa amministrazione spendacciona».
Nel lungo elenco di Rossi spiccano i tanti mutui accesi con interessi (+ 460mila euro); il costo del verde (+ 90mila euro nel 2025) arrivato ora a superare i 3 milioni; i costi del personale (+ 900 mila euro) e i tanti “soldi buttati” (parco Te, Torre della Gabbia, Ocno, Barchetta sul Rio, Canocchiali finti, il pozzo infinito del Palazzo del Podestà, la spiaggia della “Zanzara”, i concerti, e 1,3 milioni per la nuova scuola di Borgochiesanuova.
«La domanda nasce spontanea: con un altro anno questa amministrazione, dopo undici anni di questa giunta, in quale stato saranno lasciate le casse del Comune? Ci vorrebbe molta più serietà e ammettere che, continuando di questo passo, sarà sempre più difficile amministrare in futuro la città. Basti pensare all’interminabile cantiere di Mantova Hub, profondamente cambiato rispetto ai propositi iniziali, diventato un pozzo senza fine. Sinceramente in questi anni avrei voluto vedere una città magari meno verde, ma più sicura, con meno ciclabili (spesso desolatamente vuote), ma con negozi aperti. Tra poche ore suonerà la campana dell’ultimo giro, quella che in atletica ricorda ai concorrenti l’ultimo giro di pista. Un ultimo anno solare il 2025, di amministrazione comunale “pieno”, poi sarà solo tempo di una nuova campagna elettorale. Mantova è oggi una città in cui le tante bugie che ci vengono propinate, ripetute più volte, vengono fatte passare ai mantovani come verità. Ma credetemi, possiamo e dobbiamo aspirare ad avere di meglio. Io ci sarò fino alla fine, contateci».
Andrea Gorgati (Lega) considera che nelle interviste «il signor sindaco dimostra di avere una grande certezza: se stesso. Finché c’è lui il mondo vivrà dopo di lui il futuro sarà plasmato dal cittadino Palazzi. Indubbiamente qualcosa negli anni ha fatto e il nostro giudizio oscilla sempre fra il quasi sufficiente e l’insufficienza. Molto bravo nel mettere a terra progetti basati su bandi ma altrettanto insensibile ad alcuni temi solamente perché etichettate di centrodestra. Su tutte la sicurezza, problema crescente, e la tangenziale ovest; in nove anni da “imperatore” poteva metterci testa e mani, e forse oggi la tangenziale sarebbe quasi in divenire. Invece abbiamo perso tempo e siamo intrappolati da un cantiere davanti alla stazione che non si sa quando finirà, e avrà comunque un impatto minimo sulla viabilità».
Gorgati vede invece positivamente la prossima rimozione dei passaggi a livello di Porta Cerese e Gambara: «Se spariranno, sarà un successo per la città e non solo per la sinistra che governa». Fatto, questo, che comunque non esime l’esecutivo dal riconoscere proprie responsabilità in altri àmbiti. Per esempio, stilando la pagella del vicesindaco Giovanni Buvoli, il capogruppo leghista considera che questi «pur preciso e dettagliato, sostiene che nel 2025 non ci saranno aumenti a danno dei cittadini, ma dimentica che nel 2024 è stato aumentato di tutto e quindi nemmeno Dracula si sarebbe sentito di affondare ancora le mani nelle tasche dei mantovani un po’ indispettiti (ad oggi circa -1500 pass rispetto dopo l’aumento). Si occupa di turismo (e anche qui la tassa di soggiorno è passata da +50% a +80% a seconda della struttura alberghiera). Il Comune però mantiene il bilancio in equilibrio…».
Per altri assessori, come Nicola Martinelli, titolare dei lavori pubblici, «qualche aiuola in meno e qualche asfaltatura in più sarebbero gradite ai mantovani. Dopo nove anni si è arrivati alla sistemazione di via Pitentino su suggerimento del prefetto). Nel frattempo sta franando Pradella».
Pier Luigi Baschieri (Forza Italia) «è innegabile che il sindaco in questi anni dei suoi mandati amministrativi abbia beneficiato di una congiuntura della finanza pubblica particolarmente favorevole. Prima il lascito di 15 milioni lasciato dall’amministrazione di centrodestra, poi l’allentamento del patto di stabilità e infine i contributi economici dei governi amici e le risorse del Pnrr per gli investimenti. Da quest’anno l’aria è cambiata e sono tornati i tagli alla spesa pubblica che faranno sudare freddo Palazzi, anche se alla fine vivrà di rendita sino alla conclusione del suo mandato». Ma anche fra i vantati successi non tutto sarebbe “oro”, sia pur “luccicante”.
Capitolo Valdaro: «Palazzi sa comunicare bene ma non deve distorcere esageratamente la realtà dei fatti. Valdaro è un successo grazie alla svendita dei terreni che hanno visto i prezzi abbassarsi da 80 euro al mq sino ad arrivare a 20/25 euro. Questo è stato possibile per la messa in liquidazione della società, e il fallimento della Valdaro Spa deriva dalle precedenti gestioni del centrosinistra di cui evito i nominativi solo per eleganza. Le imprese insediatesi hanno visto e fatto un grosso affare».
Inoltre, la Mantova da 50 mila abitanti «è la stessa che vanta il record di extracomunitari. “Chi si loda si imbroda”, diceva un vecchio detto. È vero che Mantova ha da poco superato i 50mila abitanti, ma è anche vero che Mantova senza i suoi 8.200 immigrati sarebbe un paesone da poco più di 40mila abitanti. Forse il sindaco non si è reso conto che in questa città ci sono mediamente 15,5 stranieri ogni 100 residenti mentre la media italiana è di 8,5. Quasi il doppio, quindi. Forse è opportuno che il Mattia inizi a interrogarsi sulle motivazioni. In questa città vedo crescere più gli immigrati che i mantovani».
Ultimo e primo, il tema sicurezza. «È un problema enorme, e Palazzi lo sa: quello che conta è la percezione di sicurezza, e a Mantova l’abbiamo persa negli ultimi anni grazie ai fenomeni di microcriminalità e ai giovani minorenni immigrati di seconda generazione che sfogano violenza e disagio sociale ovunque. La Polizia locale è a mani nude e non può fare molto; non parliamo delle forze dell’ordine sempre sotto organico. Serve più severità e prevenzione che scarseggiano».
Ultima nota “stonata” nelle parole del sindaco a detta di Baschieri: quella su tributi e tariffe. «Palazzi dice che non ha chiesto nemmeno un euro ai mantovani… Non scherziamo: non c’è tariffa o tributo che non si sia alzato negli ultimi anni (pass auto, parcheggi, ticket musei, Imu, Tari, etc.), e poco conta se l’ultimo bilancio picchia duro sui turisti e non sui mantovani. Quest’anno abbiamo visto alzarsi gli oneri di urbanizzazione e, quindi, sarà più caro ristrutturare un immobile di proprietà. Ancóra una volta i cittadini hanno dovuto vedere alzarsi le tariffe dell’acqua, con un balzello del 20%. Senza “mamma Tea”, vera cassaforte del Comune, e i suoi dividendi, raddoppiati in 5 anni , il Comune di Mantova avrebbe le toppe sul sedere», conclude Baschieri.
Catia Badalucco (Fratelli d’Italia) squaderna una a una le principali materie amministrative. «La questione sicurezza a Mantova è evidente, è stata del tutto disattesa, e serve un’azione concreta con pugno duro: non è possibile che il centro città sia sotto scacco delle baby gang». Ma i cantieri? «Molti lavori eseguiti, è vero, ma il sindaco Palazzi ha usufruito dello sblocco del patto di stabilità, e dei fondi del Pnrr. Ciò che non gli ha impedito di contrarre i mutui a lungo termine sottoscritti fino a oggi, che saranno da onorare dalle prossime amministrazioni con un peso importate sui futuri bilanci».
In merito ai lavori eseguiti, poi, «occorre vedere la sostenibilità economica futura di questi interventi per manutenzione, lavori importanti non completati. Ma per l’edilizia a basso costo vedrei meglio una collaborazione sinergica tra enti preposti, che lascia da parte una sciocca presunzione ideologica, per ristrutturare e rendere degni gli alloggi popolari».
Un punto importante è quindi la viabilità, «che si realizza senza nuove strade. Lasciamo perdere il sottopasso della stazione Fs, opera anacronistica che sta paralizzando la città con un autogol clamoroso dell’ammissione che ricadrà sulla vita dei cittadini, o le chiusure dei passaggi a livello a doppio binario che chiudono i quartieri, o i sensi di marcia del traffico in entrata e uscita dalla città, condizionati da alcune Ztl, causando il congestionamento del traffico per la mancanza di nuove infrastrutture idonee».
Il consigliere tricolore sollecita infine di «prestare attenzione alle persone con disabilità risolvendo il nodo delle barriere architettoniche, la sicurezza del trasporto pubblico individuale, dello sport per disabili e altro. «Dopo quasi 10 anni di mandato, concludo, la giunta si svesta del suo narcisismo, e pensi finalmente a temi urgenti come la sicurezza e la viabilità, Mantova ha bisogno di altre attenzioni e non solo di ciclabili, parchi, e stalli parcheggi a pagamento», conclude la capogruppo Badalucco.