Mantova La prossima mossa è quella di rispondere alle domande del gip e chiedere la sospensione della misura cautelare del carcere o in subordine una misura di custodia meno restrittiva. L’avvocato Antonio Trabucco si è detto moderatamente ottimista ieri uscendo dal carcere di via Poma dove ha incontrato la sua cliente, Rosa Capuano, la 46enne napoletana accusata di avere ucciso il padre, Francesco Capuano, 79 anni, assassinato a Suzzara lo scorso 23 dicembre. Il legale ha avuto un colloquio di un paio d’ore con la sua assistita, che dice di avere trovato «tranquilla, serena nonostante la situazione in cui si trova» dallo scorso 5 marzo, quando è stata arrestata dai carabinieri a Giugliano, provincia di Napoli, a a casa della sorella, dove si era trasferita visto che l’abitazione che divideva con il padre era stata sottoposta a sequestro giudiziario. Nei giorni seguenti all’arresto la donna era comparsa davanti al gip dove si era avvalsa della facoltà di non rispondere. Una strategia che ora, dopo un mese di detenzione, potrebbe cambiare. Questo in attesa degli esiti delle analisi dei carabinieri del Ris di Parma su quanto repertato sia a Suzzara che a Giugliano. In particolare si attendono risposte riguardo a una pistola sequestrata alla 46enne insieme a due proiettili e tre bossoli. L’ipotesi è che possa essere l’arma del delitto. Francesco Capuano era stato freddato con diversi colpi di pistola alla testa sparati a bruciapelo mentre era a bordo dell’auto della figlia nel garage di casa. Presunto movente: affrancarsi da un apdre troppo possessivo che l’aveva nominata sua erede universale.