Sequestro e stupro: parte offesa rintracciata, slitta la sentenza

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MANTOVA – Al fine di farsi restituire una somma di denaro in precedenza rubatagli dalla stessa persona offesa avrebbe sequestrato – con l’aiuto di un connazionale – e quindi violentato una 25enne vicentina. A finire sul banco degli imputati due cittadini marocchini, attualmente entrambi ristretti in carcere: il 46enne Mustapha Belghiti e Abdellatif El Hachimi, 20enne senza fissa dimora. Stando alle accuse, al primo sono addebitate le ipotesi di cessione di stupefacenti, esercizio arbitrario delle proprie ragioni, violenza privata, lesioni, minacce, violenza sessuale, detenzione illegale di armi e sequestro di persona. Fattispecie quest’ultima chiamato a risponderne in concorso con il secondo imputato. Nello specifico, i fatti a loro ascritti occorsi a Quingentole, risalgono allo scorso febbraio allorché la presunta vittima, da qualche tempo dimorante nell’abitazione del 46enne, avrebbe deciso di troncare con lui ogni rapporto non prima però di sottrargli 2mila euro. Una volta scoperto l’ammanco, sarebbe quindi scattata la rappresaglia dell’uomo. Dopo aver individuato infatti il luogo ove la donna si nascondeva, tra il 13 e il 14 febbraio, l’avrebbe quindi dapprima percossa e minacciata di morte con un coltello per poi, riportata nel proprio appartamento, stuprarla e segregarla in casa per due giorni, prima che la stessa riuscisse a fuggire e ad avvisare i carabinieri. Dopo una perdurante irreperibilità processuale, la giovane è stata infine rintracciata un mese fa nel Padovano. Motivo per cui l’udienza collegiale fissata ieri per discussione è stata invece rinviata, per far fronte alla sua escussione, al prossimo gennaio.