MANTOVA Aveva appena finito di scontare una robusta condanna per sequestro di persona, lesioni e violenza sessuale ai danni della moglie che lo aveva lasciato salvo, una volta rimesso in libertà, tornare immediatamente alla carica ma stavolta spostando il mirino nei confronti del nuovo compagno della donna. Ancora in manette e quindi nuovo sul banco degli imputati è così finito Dragan Beltrame, 33enne nomade serbo residente a Lendinara in provincia di Rovigo, poco più di quattro anni fa protagonista di una spedizione punitiva in concorso con i propri genitori per vendicarsi della ex, “rea” di averlo abbandonato per un altro uomo dopo una vita trascorsa con lui da segregata in casa. In sostanza, stando a quanto ricostruito all’epoca dai carabinieri, i tre dopo aver saputo dove la giovane “adultera” aveva trovato riparo, vale a dire in un’abitazione nella campagne di Quistello di proprietà di un loro connazionale 27enne, avevano fatto irruzione picchiando dapprima il padrone di casa, per poi mettere le mani addosso alla “fedifraga”, tagliarle i capelli con un cutter in segno di sfregio e infine, dopo averla riempita di botte, caricarla a forza su un’auto e portarla via. Scattato quindi subito l’allarme, i militari dell’Arma sia mantovani che di Rovigo, avevano in breve stretto il cerchio sulla famiglia di sequestratori riuscendo a rintracciare la rapita a bordo di una Mercedes nei pressi di Trecenta, tenuta sotto scacco dai suoi ex suoceri e al pari del figlio finiti poi dietro le sbarre. Ma nonostante la pena inflittagli per tale vicenda, all’esito del relativo procedimento, al 33enne non era passato il desiderio di farsi “giustizia” da solo. Così, espiata la propria pena, tra il luglio del 2023 e il febbraio del 2024 era ritornato a bazzicare le campagne quistellesi prendendo nella circostanza a molestare e a minacciare di morte a più riprese il nuovo convivente della ormai ex consorte. Da lì il passo per un secondo suo arresto era quindi stato rapido, con l’uomo sottoposto preventivamente alla custodia domiciliare e con braccialetto elettronico. Ieri, tra i vari testi escussi in aula innanzi al giudice Maria Silvia Siniscalchi anche la ex compagna dell’accusato, chiamata nella circostanza a rievocare sia il fatto pregresso che l’aveva vista suo malgrado coinvolta in prima persona che quello successivo per cui si sta ora procedendo a dibattimento.