MANTOVA Di rinvio in rinvio, sia pure dietro giustificazioni pertinenti, la Torre della Gabbia non sarà visitabile prima del prossimo anno. Presumibilmente, covid permettendo, prima della primavera 2021. Il sindaco Mattia Palazzi, che già all’indomani della propria elezione aveva annunciato la volontà di rendere visitabile la torre medievale per farne un belvedere sulla città storica, dall’alto dei suoi quasi 60 metri, aveva anche annunciato più volte la data dell’inaugurazione. Ma questa è sempre slittata.
Dapprima si era pensato che il manufatto avrebbe potuto entrare nel corpus dell’offerta turistica a fine 2018. Poi però ci si misero di traverso gli aspetti burocratici e autorizzativi, in relazione alla modifica in corso d’opera dell’ascensore. Infatti, da una prima idea di far salire i visitatori per 240 scalini, l’amministrazione aveva valutato l’ipotesi di installare un impianto di elevazione speciale nel cavedio della torre, in grado di mostrare anche i sorprendenti ritrovamenti sui muri dei livelli bassi, quando la torre della Gabbia era stata adibita a prigione in età signorile. Quell’impianto, azionato da pignoni su una cremagliera, ha apportato un aggravio di costi di oltre 300mila euro. Ma fossero solo i costi… In realtà tutto l’iter ha subìto una rivoluzione, e solo all’inizio di quest’anno – quando il sindaco annunciò come imminente l’apertura al pubblico – ci si è messo di mezzo pure la pandemia.
Alla fine dell’estate tutto pareva risolto, tanto che lo stesso Palazzi annunciò l’avvio delle prenotazioni turistiche per ottobre. Nulla da fare: anche quell’annuncio doveva cadere nel vuoto, lasciando un grosso punto di domanda sullo stato dei lavori, che comunque non si sono mai fermati, pandemia permettendo.
Infatti, già nel maggio scorso la ditta Marmiroli Srl di Bagnolo in Piano, incaricata di montare l’ascensore, aveva chiesto una deroga al cronoprogramma. Deroga che, in forma indiretta, è arrivata in queste ore, dal momento che alla stessa ditta il Comune ha prorogato sino al 31 gennaio 2021 il diritto di occupaz«ione del suolo pubblico. Segnale evidente che, prima di quella data, anche il cantiere non potrà essere chiuso con consegna dei lavori.