MANTOVA Dichiarazione di inammissibilità per tutti i ricorsi presentati, così come chiesto in requisitoria dalla Procura generale. Questo quanto deciso ieri dai giudici della Suprema Corte di Cassazione nei confronti dei quattro giovani accusati in concorso dello stupro di gruppo perpetrato nell’estate del 2020 a Mantova, ai danni di una loro coetanea dopo una serata trascorsa in discoteca. Respinte quindi le impugnazioni di legittimità avanzate dalle parti ricorrenti agli ”ermellini”, le pene comminate loro in secondo grado diventano ora definitive. Nello specifico passano in giudicato i sette anni di reclusione ciascuno stabiliti il 1° dicembre 2021 dalla Corte d’Appello di Brescia a carico di Nicola Benigno, 24 anni, Alex Benigno, 22 anni, e Salvatore Gaetano, 23 anni, tutti originari di Cutro ma domiciliati in provincia di Reggio Emilia e condannati in primo grado con rito abbreviato a sei anni a quattro mesi ognuno. Infine per Raffaele Iembo, 26enne di Gussola nel Cremonese, diventano definiti i quattro anni, due mesi e venti giorni, a lui comminati sempre in abbreviato, sia in primo che in secondo grado. Un quinto imputato, all’epoca dei fatti ancora 17enne era stato invece giudicato dal competente tribunale dei minori. Poco meno di due anni fa il giudice per l’udienza preliminare di via Poma, Beatrice Bergamasco, aveva altresì accolto la richiesta risarcitoria avanzata dalle due parte civili costituite a giudizio, vale a dire la vittima e suo padre oltre al riconoscimento di una provvisionale immediatamente esecutiva da 40mila euro a favore della ragazza. I quattro erano accusati a vario titolo di violenza sessuale di gruppo, lesioni, violenza privata e furto. Tutto era occorso tra il 22 ed il 23 giugno 2020. Stando alla ricostruzione investigativa quella notte la vittima, una giovane veronese all’epoca 22enne, sarebbe stata costretta da uno del branco, conosciuto qualche settimana prima in un altro locale virgiliano, a subire un rapporto completo in una zona buia del parcheggio della discoteca “Mascara”. Terminata la violenza sarebbe stata quindi caricata sulla Ford Fiesta in uso ai cinque e da questi abusata di nuovo durante il tragitto prima di venire abbandonata e derubata, del cellulare e di 100 euro, alle 5 del mattino nei pressi di Bonferraro.