Festivaletteratura 2024 – Goldie Goldbloom, ruoli di genere e accettazione: la scrittura rende tutto più semplice

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Mantova Presso Palazzo San Sebastiano si è raccolto un folto pubblico in attesa di Goldie Goldbloom, scrittrice australiana di successo residente negli Stati Uniti, appartenente alla comunità ebrea chassidica e attivista lgbt. I suoi romanzi mettono in luce figure relegate ai margini del discorso sociale, all’interno di trame che affrontano, con acuta capacità di penetrazione sociologica e psicologica, i temi dell’identità e della sessualità, dei ruoli di genere e dell’accettazione reciproca.
E proprio la frizione tra pressione delle norme sociali circa i modi in cui dovremmo essere e apparire e i modi sfaccettati in cui realmente siamo è al centro del più celebre romanzo dell’autrice australiana (Mother, 2019) e dell’evento a esso dedicato, Se leggiamo con passione, diventiamo compassione. «Un libro meraviglioso e necessario» sono le parole dell’attrice e drammaturga Lella Costa, che introduce l’evento e intervista l’autrice; la quale racconta di come il personaggio del libro e la sua storia, una donna ebrea ortodossa che scopre di essere incinta e deve affrontare le conseguenze sgradevoli che questo implica per lei e la sua famiglia all’interno della comunità yiddish, sia nata in realtà da un gioco con uno dei suoi otto figli: scrivere qualcosa in brevissimo tempo, dieci giorni, non uno di più; da questa sfida personale nasce una storia in grado non solo di illuminare il mondo ermetico delle comunità yiddish più ortodosse, ma soprattutto di comunicare con i membri di quelle stesse comunità. La scrittura si rivela per Goldbloom lo strumento per dare finalmente voce alle donne della comunità yiddish, costrette dalle norme religiose al silenzio, e di dimostrare come, sotto al guscio con cui tendiamo a sottometterci alle convenzioni sociali e a nascondere il nostro vero io, siamo tutti sostanzialmente simili.