L’essenza poetica di Chopin con Luigi Carroccia e l’Ensemble dell’Ocm

MANTOVA Si è conclusa, venerdì sera nel cortile della Biblioteca “Baratta”, la rassegna estiva di Oficina Ocm “Extra Classico”: cinque concerti di taglio non convenzionale, ideati con il dichiarato intento di allargare gli orizzonti musicali e proporre momenti e situazioni di ascolto affidate a formazioni cameristiche originate da musicisti che collaborano con l’Orchestra da Camera di Mantova. A suggellare il successo dell’iniziativa, l’esito altamente positivo dell’ultimo appuntamento, intitolato “Resize – Chopin in miniatura”, che ha visto pregevoli protagonisti il pianista Luigi Carroccia e l’Ensemble dell’Orchestra da Camera di Mantova composto da Filippo Lama (violino), Filippo Ghidoni (violino), Tessa Rippo (viola), Leonardo Notarangelo (violoncello) e Alessandro Schillaci (contrabbasso) nell’interpretazione di un’affascinante trascrizione cameristica del celeberrimo Concerto n. 1 in mi min. di Fryderyk Chopin (1810-1849).
Una versione senza l’apporto della grande orchestra, ma che non sacrifica il rilievo poetico dell’opera di Chopin e, anzi, pone in primo piano e valorizza quella dimensione intima che riflette lo spirito autentico dell’autore. È significativo il fatto che lo stesso Chopin durante la stesura del Concerto ne avesse presentato ad una cerchia di amici una versione ridotta rispetto all’organico orchestrale proprio per definire i dettagli del dialogo tra le parti. Aspetto, questo, cui Luigi Carroccia e l’Ensemble hanno dedicato un’accurata attenzione riuscendo a generare un equilibrato rapporto tra i piani sonori. Ne è risultata una pregevole raffigurazione in veste cameristica della freschezza e dell’ispirata fantasia di questa splendida pagina di pianismo romantico che con la sua mirabile combinazione di suadente lirismo ed evocazioni sentimentali emoziona e conquista ad ogni ascolto. Ammirevole l’approccio di Luigi Carroccia alla complessità del Concerto, sensibilissimo nel tocco, competente nelle scelte espressive e dotato di appropriata solidità tecnica nell’affrontare gli
episodi virtuosistici. Altrettanto pregevole l’apporto del
quintetto d’archi nella raffigurazione del variegato panorama di coloriture, soluzioni armoniche ed esposizioni tematiche, particolarmente efficaci nell’ampio movimento iniziale e nel successivo sviluppo del meditativo Larghetto. Pianoforte assoluto protagonista del Rondò conclusivo animato da ritmi di danze popolari e dall’incedere vigoroso assecondato correttamente dalla formazione di archi, pur se va riconosciuto che in questo frangente della versione ridotta si sente la mancanza della consistenza della grande orchestra. Del tutto meritata la calorosa approvazione del pubblico per l’eccellente prova offerta da Luigi Carroccia e dall’Ensemble dell’Ocm completata dal fuori programma con l’accurata esecuzione dell’appassionante Larghetto dal Concerto n. 2 di Chopin.