CASTIGLIONE Nelle scorse ore, una delegazione di attivisti castiglionesi si è recata in Comune per sollecitare gli amministratori locali e per ribadire, forte e chiaro, il proprio dissenso su quanto stabilito, non più tardi di una settimana fa, dalla cabina di regia del ministero dell’ambiente circa la costruzione del nuovo impianto di depurazione che servirà i paesi della sponda bresciana del Lago di Garda, e che vedrà la dismissione delle attuali condotte e la realizzazione di unico sistema in località Esenta di Lonato, e per cui sono stati stanziati 100 milioni di euro, con scarico delle acque bonificate nel Chiese, entro il 2030. Provvedimento che interessa, da vicino, anche il comprensorio morenico e che ha suscitato già moltissime polemiche.
Sul piede di guerra, infatti, tanti sindaci e politici dell’area mantovana, non interpellati a riguardo. Pronti ad alzare le barricate, dopo le mobilitazioni contro il polo logistico al confine con il Sic di Castiglione e per l’interramento dell’elettrodotto Colà-Tavazzano che attraversa parte del centro abitato della città di San Luigi, anche i rappresentanti dei vari comitati di zona: «Sono dieci anni che si discute di tutto questo. Sono stati spesi soldi per fare progetti di fattibilità e studi approfonditi, quando è evidente che l’unica soluzione percorribile è quella attualmente in uso, ovvero il depuratore di Peschiera. Certo andrebbe riqualificato e potenziato, aggiornando le varie condutture, ma sicuramente costerebbe molto meno rispetto che realizzarlo ex novo altrove», sottolinea Franco Tiana. Poi l’ambientalista aggiunge: «Proviamo ad immaginare cosa significa fare arrivare, sino ad Esenta, tutto il sistema di tubazioni, con diametro di almeno un metro, proveniente dal Garda. E dove potrebbero passare tali condutture? Sotto i nostri piedi o sopra le nostre teste? Traforando le colline e distruggendo il territorio? Insomma, sarebbe una follia, con problemi enormi e sperpero di denaro pubblico. Basta prendere in giro le persone».