HINTERLAND – L’episodio risale a qualche giorno fa, ma il diretto interessato, N.B., un mantovano residente nella sinistra Mincio e che per ovvie ragioni ha preferito mantenere l’anonimato, solo ieri ha trovato la voglia e la forza di renderlo pubblico raccontandolo al nostro giornale. Il 52enne, rappresentante e dipendente di una ditta prodotti farmaceutici, si trovava a Milano per un corso di aggiornamento. La sera, prima di fare ritorno in terra virgiliana dopo aver trascorso la notte precedente in albergo, decide di mangiare qualcosa in una tavola calda nei pressi del centro. Si porta così al bancomat più vicino, in questo caso in piazzale Loreto. Sono circa le 21.45. Tuttavia, la sua tranquilla viene interrotta quando aveva praticamente ultimato l’operazione allo sportello automatico. «Tutto d’un tratto mi sono sentito puntare sul collo un oggetto contundente, credo un coltellino o più probabilmente un taglierino», racconta. «Senza accorgermene un tizio era spuntato alle mie spalle: mi ha detto di dargli i soldi e di non girarmi perché altrimenti me lo avrebbe piantato dentro». Il rappresentante mantovano non ha opposto resistenza e facendo attenzione a compiere qualsiasi movimento brusco con il rischio che potesse venire interpretato come una reazione, ha alzato la mano e passato da dietro la schiena la banconota da 100 euro che aveva appena prelevato. Ma il malvivente, ancora non contento, ha chiesto più soldi. «In quel momento ho sudato freddo – prosegue l’uomo -. Gli ho risposto che il limite del mio bancomat non mi consentiva un prelievo giornaliero superiore a cento euro. Mentre allentava la pressione di quella specie di punteruolo dal mio collo, mi ha ripetuto di non girarmi. Sono stato immobile per una trentina di secondi, poi mi sono finalmente girato: ho visto in lontananza quel soggetto, sicuramente uno straniero dalla parlata, mentre imboccava una traversa». Lo sbandato di turno, uno dei tanti, come purtroppo riportano le cronache quotidiane, che pullulano nel capoluogo lombardo, aveva un cappuccio in testa.
Matteo Vincenzi