GAZZO BIGARELLO Da alcuni giorni è finalmente cominciata la rimozione delle lastre di cemento-amianto dai tetti dell’ex Consorzio agrario sito a Gazzo Bigarello lungo la Legnaghese, a poca distanza dalla stazione ferroviaria. Edifici che appartengono all’ex Cogemar, azienda dove si svolgevano attività collegate alle costruzioni ferroviarie, ma fallita ormai da qualche anno e in liquidazione presso il tribunale di Napoli. Fra i beni sotto vincolo giudiziario al termine di una maxi operazione condotta dalla Guardia di Finanza erano finiti anche quattro capannoni industriali a Bigarello in via Cadè, via Gazzo e, appunto, quello in via Stazione, sempre a Gazzo. Dopo il sopralluogo eseguito dal personale dell’Ats Val Padana, il Comune di Bigarello aveva sollecitato attraverso un’ordinanza il liquidatore ad intervenire per rimuovere le coperture in amianto, materiale molto pericoloso in quanto cancerogeno.
«Il liquidatore – spiega il capogruppo di maggioranza in consiglio a Bigarello Massimo Arvati – ha mostrato subito grande disponibilità per risolvere il problema e dopo aver reperito le risorse economiche necessarie ha incaricato dell’incombenza la Ecozani di Bagnolo San Vito, ditta specializzata in questo tipo di bonifiche». Circa 3.000 sono i metri quadrati di copertura in amianto da scostare dalla struttura e poi smaltire. I lavori, partiti lo scorso 20 dicembre e poi temporaneamente interrotti per le feste natalizie, riprenderanno – condizioni climatiche permettendo – dopo l’Epifania. «Gli edifici in questione sono adiacenti al centro abitato di Gazzo – evidenzia Arvati -. Essi non solo sono vetusti, ma anche ammalorati e quindi la loro bonifica costituisce un vero intervento di sanità pubblica assolutamente necessario». Differentemente dal grosso capannone che un tempo ospitava “Bernardi” abbigliamento, i fabbricati ex Cogemar non hanno ancora trovato acquirenti.
Matteo Vincenzi