PEGOGNAGA – La trasformazione dell’economia, su cui Pegognaga regge, da esclusivamente agricola a mista per il supporto di piccole e medie industrie, ha inciso sulla povertà di vari nuclei familiari. Oggi a Pegognaga non è diffusa come in passato. Ma è più subdola, supportata da una diversa tipologia di analfabetismo legato alle nuove tecnologie. A lenire il disagio delle povertà oggi non basta la campagna. E nemmeno l’attivismo del volontariato solidale. Ancorché il benessere sia diffuso, a Pegognaga nell’arco di soli due anni sono raddoppiati i nuclei familiari dichiarati poveri, complice Covid-19. Nel ’20 erano 6. Saliti a 12 nel ’22. Nello stesso biennio le spese erogate dal Comune tramite Socialis per contenere i disagi di quei nuclei sono quintuplicate. I 2412 euro per i 6 nuclei iniziali, nel ’21 sono diventati 4048 per 9 famiglie e balzati a 10.884 nel ’22 per 12 famiglie. Lo illustrano il vicesindaco Antonio Lui e l’assistente sociale Silvia Braghini. La creazione dell’azienda speciale che si occupa dei disagi sul distretto suzzarese con la contribuzione dei sei Comuni permette analisi più organica di ogni forma di disagio e interventi più mirati. L’Isee non è oggi il solo criterio valutativo. Vari altri sono i parametri per classificare la povertà. «C’è chi – sottolinea Lui – ha perso il lavoro a causa della pandemia; e per errato senso di dignità si vergogna a chiedere aiuto». «E c’è chi – aggiunge Braghini – non sa compilare un modulo. Sappia almeno che noi lo possiamo assistere».