Rapina a Cerese, il sindaco: “Intensificheremo i controlli, ma quanto accaduto è figlio del lassismo”

CERESE (Borgo Virgilio)  «La triste verità, purtroppo, è che il tessuto sociale del nostro Paese si è modificato profondamente negli ultimi anni a causa di troppe persone che vivono di espedienti e che oltre a non rispettare le leggi non si fanno scrupoli a delinquere in qualsiasi forma». Ne fa un discorso generale il sindaco di Borgo Virgilio, Francesco Aporti, nel commentare l’aggressione dell’altra sera avvenuta a Cerese lungo la Cisa, nei pressi del bar London Manyi. Protagonisti della brutta vicenda tre nordafricani, anche se l’unica vittima è un tunisino di 29 anni, rapinato dopo aver ricevuto cinque coltellate alle natiche. «Anzitutto un doveroso ringraziamento va alle forze dell’ordine, alla nostra polizia locale e ai sanitari per essere intervenuti, tuttavia questi episodi denotano un disagio crescente che è figlio del lassismo e, lasciatemelo dire, di quel “buonismo” di facciata che in nome di una certa ideologia ha portato alla situazione che è sotto gli occhi di tutti. Ma spesso non si tiene conto di un altro elemento: per arginare questi fenomeni si è costretti ad impegnare risorse e uomini, spese che poi ricadono inevitabilmente sugli enti locali e sui contribuenti». Un problema che ovviamente non è circoscritto a Borgo Virgilio, per il quale il primo cittadino ha comunque annunciato un’intensificazione dei controlli, ma ormai su tutto il territorio mantovano e nazionale. Le considerazioni circa la sicurezza percepita appaiono infatti sempre più critiche anche quando si valuta l’influenza della microcriminalità sulle abitudini di vita. «Questo lo ritengo intollerabile per un Paese civile, ormai preda di tanti, troppi individui per cui le regole non valgono. Basta vedere cosa è successo qualche sera fa a Milano (un marocchino ha aggredito alcuni passanti con un coltello nel tentativo di rapinarli, con il risultato di sei persone ferite, cinque delle quali trasferite in ospedale, ndr) per rendersi conto che si fa persino fatica a fare una passeggiata con l’animo tranquillo. Ammetto – conclude Aporti – di avere una certa paura ad immaginare i miei figli che girano alla sera da soli, sentimento comune a molti genitori. Così non si può andare avanti».

Matteo Vincenzi