ASOLA Erano tutti e due senza lavoro e, soprattutto, senza permesso di soggiorno. Un’occupazione per loro avrebbe voluto dire una nuova vita epurata dalla clandestinità. Così due giovani immigrati marocchini avevano abboccato alla rete del presunto truffatore. La proposta era costosa ma allettante. Bastava pagare 8mila euro a testa e avrebbero finalmente smesso di lavorare in nero. «Conosco un imprenditore edile – si sarebbero sentiti dire i due, stando alle accuse mosse dagli inquirenti – che vi può assumere e intanto parte l’iter per il permesso di soggiorno attraverso la dichiarazione di emersione dal lavoro irregolare». Ma la persona che avrebbe intascato i 16mila euro, o almeno una parte non aveva mai presentato la domanda di emersione promessa, né fatto alcunché per onorare il patto stretto con i due. Così Cosimo Silenzio, 66 anni di Asola era finito a processo per truffa. La vicenda risaliva al 16 aprile 2014. All’apertura del procedimento però le presunte vittime, che in tale data avevano denunciato ai carabinieri la frode, non si erano presentate. Da quanto appreso non sarebbero state reperibili. Unica indicazione fornita da un maresciallo dell’Arma, chiamato a deporre come teste, sarebbe stata quella secondo cui uno dei 2 immigrati di recente sarebbe stato fermato per un controllo a Napoli. Secondo la querela, il 66enne avrebbe giustificato la richiesta di denaro, versato in 3 rate tramite Western Union, con la necessità di pagare le pratiche di regolarizzazione. Un procedimento questo conclusosi ieri con l’assoluzione dell’imputato, difeso in aula dall’avvocato Luigi Medola, perchè il fatto non sussiste data l’assenza di prove certe oltre alla denuncia.
Sedicimila euro per un posto di lavoro fantasma, 66enne assolto
Secondo l’accusa avrebbe raggirato due immigrati clandestini