MANTOVA Quanti pegognaghesi, trovandosi nella piazza principale del paese sanno chi fu Giacomo Matteotti al quale è dedicata? E quanti di coloro che trovandosi in via Bruno Rossi si sono chiesti chi fu? Per vecchie e nuove generazioni di compaesani, ospiti ed extra muros è in libreria fresco di stampa un corposo volume, cinquecento pagine, intitolato Toponomastica Pegognaghese, edito da E. Lui di Reggiolo, quarantunesima opera dell’eclettico saggista Vittorio Negrelli. «Pegognaga – scrive in prefazione il docente di lettere Alfredo Calendi – è nata all’incrocio di quattro strade, tuttora esistenti e riconoscibili, il tutto ai bordi di una chiesa, di un castello, di una villa e di un fiume. Oggi i nomi antichi sono stati dimenticati e sostituiti con altri più legati alle vicende umane più che ai caratteri del territorio». Ebbene Negrelli, scrupoloso ricercatore, nei vari archivi ha rintracciato ogni cosa, facendo della propria pubblicazione, il cui titolo all’apparenza la fa sembrare più indirizzata a tecnici ed urbanisti, un testo invece istruttivo e intrigante. Così, grazie all’autore, si viene a sapere che la piazza principale, scomparsi regime mussoliniano e monarchia savoiarda, è stata dedicata al deputato socialista Giacomo Matteotti, martire del fascismo. Prima era dedicata al re Umberto I. Nei secoli passati, essendo all’epoca l’unica piazza del paese, era invece semplicemente chiamata piazza Mercato. Quanto a Bruno Rossi si tratta di un pegognaghese doc, apprezzatissimo sindacalista, che da convinto comunista della prima ora, per sfuggire alla persecuzione fascista, è emigrato in Urss, finendo per diventare martire del comunismo per eccellenza, quello sovietico. È infatti rimasto vittima del “Padre di tutte le Russie”” Josif Vissarianovič Džugašvili, assai più noto come Stalin.