MANTOVA Tregua finita: tornano piogge, neve a quote basse e, soprattutto, il freddo. Anche il gelo notturno in pianura minaccia di farsi vivo di nuovo tra mercoledì e giovedì mattina, infierendo sugli alberi da frutto già pesantemente colpiti dalle gelate diffuse di martedì scorso, con minime che in aperta campagna hanno sfiorato i -5°.
La settimana esordisce intanto con un peggioramento. L’alta pressione atlantica posizionata sulla Scandinavia sta inviando verso sud un corposo pacchetto di aria gelida dall’artico russo già attivo sull’Europa centrale. Investirà l’Italia in misura parziale; l’arrivo delle correnti fredde sta scavando un’area dai bassa pressione sull’alto Tirreno che nel pomeriggio di oggi darà vita a precipitazioni sparse almeno fino alla prossima notte, nevose fino a quote collinari (500/600 metri). Non si tratterà in ogni caso di una perturbazione importante. Diminuiranno però le temperature, previste oggi pomeriggio sugli 11/12 gradi dai quasi 19° di ieri.
Domani non pioverà, ma la giornata sarà nuvolosa e fredda, con ventilazione sostenuta di bora. Le temperature massime raggiungeranno appena i 9/10 gradi. Dal pomeriggio si faranno largo ampie schiarite che nella prima mattinata di mercoledì rischiano di portare il termometro sotto zero anche in pianura. Il sole previsto durante il giorno riscalderà il suolo producendo un aumento termico temporaneo con temperature attorno ai 10/11 gradi, ma dalla serata è previsto un notevole raffreddamento con la prospettiva di una nuova gelata, stavolta più intensa, per giovedì mattina con minime fino a -3°. Una brutta prospettiva, insomma, dopo i danni del gelo notturno della scorsa settimana.
Da venerdì il freddo anomalo dovrebbe allentare un po’ la presa. Si affermerà su tutta l’Europa un nuovo anticiclone di matrice subtropicale che apporterà un certo riscaldamento unito al bel tempo con temperature massime tra 18 e 19 gradi.
Si chiuderà insomma un mese di marzo più freddo del solito, più che altro per le intemperanze e le irruzioni di freddo della seconda decade, rare e con tempi di ritorno di non meno di dieci anni.
Anche aprile, nella previsione dei modelli previsionali, non sembra spalancare definitivamente le porte alla primavera. Eppure negli ultimi anni questo mese ha spesso palesato temperature più elevate delle medie proponendo veri anticipi d’estate come nel caso del 2011 quando a Verona vennero toccati 32 gradi il giorno 9, record mensile assoluto, grazie in particolare al vento di foehn. Due anni fa nella terza decade del mese ci fu una lunga ondata di caldo con rari precedenti per la sua durata: per sette giornate consecutive le temperature superarono i 27 gradi con un valore massimo di 28°. Qualcosa di simile era accaduto solo nel 2007, quando il termometro sfiorò in città i 29 gradi. Al contrario, tanti danni produsse l’ondata di gelo tardivo tra il 17 e il 20 di aprile del 2017 con minime notturne fino a -3° in buona parte della Valpadana, anche nel mantovano.
Alessandro Azzoni