MANTOVA È stato saldato il conto ai consiglieri comunali per il terzo trimestre dell’anno, comprensivo delle partecipazioni in aula e di quelle nelle apposite commissioni. Un ammontare complessivo di 7.470 euro per i consigli, e di 1.631 per i lavori preliminari nelle commissioni. Dalla tabella riassuntiva emerge che i 32 consiglieri mantovani – pur al netto della pausa estiva che ha sospeso i lavori in aula per l’intero mese di agosto – sono generalmente ligi a firmare i fogli di presenza. Tre sole le convocazioni fra luglio, agosto e settembre, e sul totale delle rappresentanze, solo 7 risultano avere saltato una seduta e appena uno (Riccardo Bonfà) due su tre. Tutti gli altri hanno realizzato l’en plein.
Quanto ai lavori in commissione, solo 5 consiglieri risultano averli disertati nella totalità, e sono tutti rappresentanti della maggioranza (Laura Bonaffini, Laura Ferro, Pierpaolo Parogni, Gabriele Squassabia e Francesco Viola). Mediamente, su quattro convocazioni nel trimestre – ma ricordiamo ancora la pausa del mese di agosto) la prevalenza è di una partecipazione almeno al 50 percentuale.
Tre soli invece sono i consiglieri a punteggio pieno, ossia che hanno preso parte a tutte e tre le sedute consiliari e a tutte e quattro le commissioni: per la minoranza Caterina Badalucco (Fratelli d’Italia, subentrata al dimissionario Luca de Marchi), il capogruppo dei democratici Matteo Campisi e il socialista Enrico Grazioli. Per loro il monte dei gettoni sale a 403 euro. Cifre al lordo, da decurtarsi almeno di un 30%.
«Una miseria – mugugnano in diversi –. Il decreto Draghi ha rivalutato le responsabilità dei sindaci con una congrua remunerazione, ma i gettoni dei consiglieri sono rimasti quelli di prima, e non pagano nemmeno il tempo speso».