Calcio dilettanti – Fusione Asola-Casalromano: sarà la volta buona?

Leoni e Tozzo in trance agonistica
Leoni e Tozzo in trance agonistica

MANTOVA Della fusione tra Asola e Casalromano si torna a parlare, puntualmente, ogni volta che finisce una stagione e si comincia a programmare la successiva. Questa, però, un epilogo vero e proprio non l’ha ancora avuto e parlare di futuro, con l’emergenza sanitaria ancora in corso e la gente stremata da due mesi di lockdown, per molti dirigenti è ancora prematuro. Ma se è vero, come si sente da più parti, che questa sarà l’estate delle “fusioni”, perchè unire le forze sarà l’unica strada per sconfiggere la crisi, viene spontaneo pensare subito ad Asola e Casalromano, da sempre divise da una fiera rivalità sportiva, ma da appena cinque chilometri di strada. Gli interessati, come è naturale e scontato, non confermano, ma nemmeno smentiscono l’eventualità, anche se l’indice di gradimento al momento sembra essere diverso. «Non ne abbiamo discusso – afferma, da casa Asola, il presidente  Massimo Tozzo – devo ancora parlare con i miei, è tutto in alto mare. Non è in agenda un incontro con il Casalromano, peraltro con loro ci sentiamo spesso, ma per altri motivi».
Decisamente più possibilista, sulla sponda del Naviglio, il presidente del Casalromano  Claudio Leoni. «Per adesso – spiega – siamo tutti col naso all’insù, in attesa di sapere quando e come finirà questa stagione. Mi pare scontato che non torneremo a giocare, ma lo stop definitivo ancora non l’hanno dato. E la prossima, ripartirà a settembre o dovremo aspettare l’anno nuovo? Non ci sono certezze. E in questa situazione tutte le ipotesi sono aperte, quest’anno più che mai aumenteranno le condizioni per portare le società ad unire le forze». Ed ecco entrare in ballo l’Asola, finora mai nominata. «Siamo vicini di casa – dice Leoni – e buoni amici, ancorchè avversari sul campo. Di unirci ne abbiamo parlato anche in passato, non sarebbe certo la prima volta, ma ci siamo sempre respinti, come fossimo due poli con la stessa carica. Penso che adesso, come dicevo, le condizioni possano essere propizie: insomma, quest’anno o mai più».
«Il virus non ha spento la nostra passione per il calcio – conclude Leoni – quella è sempre forte. Mi auguro di poter riaprire l’impianto il prima possibile, significherebbe che siamo tornati alla normalità, che possiamo tornare ad occuparci di sport, fare quindi anche un servizio sociale. Tirare le somme su questa stagione non sarà facile, visto che ne abbiamo giocata solo due terzi. Ma, come si dice, le difficoltà aguzzano l’ingegno e noi siamo più che mai aperti ad ogni soluzione che ci consenta di proseguire l’attività in sicurezza».