Calcio dilettanti – Riforma, il vincolo sparirà tra 5 anni. Le federazioni in subbuglio

MANTOVA Un blitz al fotofinish, possiamo definirlo così: la riforma dello sport nelle ultime ore ha saltato uno degli ostacoli finali e potrebbe essere legge prima del fatidico 28 febbraio. Veramente una disdetta per tutte le società dilettantistiche, che speravano in un reset per poter rinegoziare il tutto tra qualche tempo, magari dopo la crisi del Covid, che potrebbe implicare diverse sparizioni di varie realtà. Alla fine, probabilmente, vincerà il compromesso. Grazie alla mediazione dell’ex presidente federale Franco Carraro, il vincolo dovrebbe avere ottenuto altri 5 anni di vita, invece dei 2 previsti. Ci sarà, insomma, il tempo per poter sistemare la questione (magari con un’altra maggioranza parlamentare, visto che l’attuale andrà a scadenza nel 2023) senza dover fare corse contro il tempo.
Posticipata solo al 1° luglio 2022 la contribuzione per i collaboratori sportivi (oltre i 10mila euro). Questo l’impianto delle norme che stanno maggiormente a cuore alle nostre realtà. Sono state dunque bypassate le commissioni, che dovevano essere l’ultimo scoglio per la riforma, il blitz è stato effettuato nel pre-consiglio dei ministri e ora manca solo l’approvazione del Consiglio.
La reazione non si è fatta attendere, tanto che nel pomeriggio di ieri le Federazioni di calcio (Figc), basket (Fip) e pallavolo (Fipav), hanno mandato una lettera indirizzata al presidente del Consiglio  Mario Draghi, mettendo in guardia il premier sui rischi a cui il movimento dei principali sport in Italia andrebbe incontro. «In questo momento così drammatico per il nostro Paese – spiegano le Federazioni in una missiva congiunta – noi Presidenti della Federazione Italiana Giuoco Calcio, della Federazione Italiana Pallacanestro e della Federazione Italiana Pallavolo, ci rivolgiamo direttamente alla Sua persona. Il tema oggetto della nostra missiva è il varo legislativo dei decreti delegati di riforma dello sport che potrebbe trovare compimento nel corso della prossima riunione del Consiglio dei Ministri. Noi siamo assolutamente favorevoli al pieno riconoscimento di maggiori tutele a favore di atlete ed atleti, di allenatori e collaboratori sportivi, ma al contempo siamo ben consci degli enormi problemi che le società sportive stanno affrontando. Rileviamo inoltre come due tematiche in modo particolare, quali l’abolizione del cosiddetto “vincolo sportivo” e la nuova disciplina relativa al “lavoro sportivo”, comportino gravi ripercussioni ai danni delle società sportive che abbiamo il dovere di tutelare. La crisi pandemica in atto non si risolverà domani e gli effetti economici si protrarranno ovviamente nel tempo. Gravare di ulteriori oneri le società sportive porterebbe inevitabilmente molte di esse a cessare l’attività. Fin dal sorgere della crisi sanitaria ed economica le Federazioni hanno sostenuto i rispettivi movimenti con interventi mirati nell’intento di alleviare gli effetti prodotti dalle necessarie normative di restrizione. Riteniamo però giusto che quanto fatto, e quanto ancora sarà necessario fare, non sia vanificato da alcuni istituti che, in questo frangente, costituirebbero un ulteriore gravoso onere da porre a carico dei sodalizi sportivi».