Calcio Serie B – Erik Panizzi, la Bandiera: “Felice, orgoglioso e grato al Mantova”

Erik Panizzi
Erik Panizzi

MANTOVA Il prossimo sarà il suo quinto anno consecutivo nel Mantova. Ma ci sarà anche il sesto, perchè ieri ha prolungato il suo contratto con l’Acm al 2026. E pensare che due stagioni fa era stato perfino messo fuori rosa: non rientrava più nei programmi, così dicevano. Ora invece Erik Panizzi è diventato un Giocatore Bandiera. Scritto proprio così, con le maiuscole, perchè si tratta di uno status previsto dalle normative di Serie B: coloro che militano nello stesso club per almeno quattro stagioni consecutive sono definiti appunto “Giocatori Bandiera”. Vengono inseriti in una lista speciale: essa non pesa su quella degli “Over”, che può essere composta da 18 elementi al massimo. Ogni società può avere al massimo due “Giocatori Bandiera”: per il Mantova, il secondo sarà Marco Festa che aveva già militato nell’Acm dal 2011 al 2015.
Ma veniamo a te, Erik. Una bella soddisfazione, no?
«Eccome. Gratitudine, orgoglio, felicità… Sono queste le sensazioni che sto provando. Sono arrivato a Mantova nell’estate 2020 e ho vissuto fasi diverse. Posso dire che questa è la migliore in assoluto».
Beh lo dicono i risultati…
«Non mi riferisco solo a quelli. Qui c’è tutto il meglio che un calciatore può chiedere, anche a livello strutturale e di programmazione. Vi assicuro che è raro nel calcio trovare persone che mantengano nei fatti quel che promettono a parole».
In più si vince…
«Abbiamo un allenatore e un direttore sportivo eccezionali».
Parliamone. Come descriveresti Possanzini a chi non lo conosce?
«Calcisticamente ci ha aperto un mondo. Ma le sue qualità migliori sono due: far sentire ogni giocatore al centro del progetto; e l’empatia con la quale si rapporta a ognuno di noi. Lui ci capisce».
E di Botturi cosa diciamo?
«Che è una persona vera, schietta, sincera. Non va interpretato: quello che dice corrisponde a quello che pensa».
Ti aspettavi una stagione così?
«Ero convinto che avremmo fatto bene, ma da lì a vincere in un girone con tante squadre attrezzate ce ne corre. E invece…».
A distanza di due mesi dalla conquista della B, qual è la prima immagine che ti viene in mente?
«Lumezzane-Padova, la partita che ci ha consegnato la promozione. Eravamo in ritiro per il match col Renate. Il Padova segna, io allora mi metto a guardare un film. A un certo punto sento un pugno dalla camera a fianco e capisco: il Lumezzane ha pareggiato. Continuo a guardare il mio film, finchè mi decido a scendere nella hall dove trovo tutti i miei compagni ad aspettare il fischio finale. Troppa tensione: esco dall’albergo e vedo Massolini e Botturi trepidanti più di me. Poi finalmente la festa».
Ora ti aspetta la Serie B. Per la prima volta in carriera…
«Avevo perso le speranze. A maggior ragione dopo la retrocessione dell’anno scorso».
Quanto sei curioso e quanto motivato?
«Sono curioso di vedere quanto si alzerà il livello. E voglio dimostrare di essere degno questa categoria. Quanto alla motivazione, è altissima. Anzi, per quanto mi riguarda, non è mai stata così alta».
Che ruolo reciterà il Mantova?
«Dovremo essere bravi a trovare le giuste contromosse e adattarci al nuovo contesto. Sono convinto che la nostra filosofia e la nostra idea di gioco ci darà una grossa mano».
C’è un avversario che attendi più degli altri?
«La squadra della mia città, che poi è l’unica che mi vedrà come ex di turno: la Reggiana. Non l’ho mai sfidata da avversario».
L’8 luglio, giorno del raduno, si avvicina…
«Ora mi concedo una settimana alle Maldive. Ma non vedo l’ora di ricominciare. Mai come quest’anno».