MANTOVA È raro che Filippo Piccoli convochi la stampa. Quando lo fa, è per comunicare cose che gli stanno a cuore. In questo caso, una in particolare. Il presidente del Mantova non si spiega il malumore “preventivo” che serpeggia al Martelli quando giocano i biancorossi. L’ultimo episodio controverso è capitato durante il derby con la Reggiana ed è sfociato in un duro battibecco tra lo stesso Piccoli e un tifoso, che invitava mister Possanzini “ad andare a casa”.
«Premesso che sto parlando di una minoranza – dice Piccoli – , la mia domanda è: perchè fischiare, lamentarsi o contestare appena la partita comincia? È un atteggiamento che non riesco a comprendere. Io ho sempre detto che l’obiettivo del Mantova è la salvezza. È vero, quest’estate avevo dichiarato che puntavamo a un campionato meno sofferto rispetto all’anno scorso. È sotto gli occhi di tutti che qualcosa non sia stato azzeccato. Ma la stagione è lunga e personalmente farò di tutto per risolvere i problemi. Quel che non comprendo è perchè una parte della piazza ce l’abbia così tanto con Possanzini. Per carità: un tifoso ha tutto il diritto di lamentarsi. Ma, almeno durante la partita, mi aspetto il massimo sostegno a tutti, squadra e allenatore. Come quello che esprime la curva Te, per intenderci. Il problema è che i giocatori, ma anche Possanzini, risentono di questo clima negativo. Si è creata una situazione sgradevole e nociva». Da qui l’intervento del presidente: «È mio dovere proteggere la squadra e il mister. Ho sempre sostenuto, e ne sono convinto ancora oggi, che Davide Possanzini sia l’unico allenatore che ci può salvare. Ne era convinto Botturi e ne è convinto pure Rinaudo. Noi vogliamo arrivare fino in fondo con Possanzini. Ai tifosi chiedo: stateci vicini, sosteneteci! Basta critiche preventive!».
L’altro tema del giorno è la revoca del divieto di trasferta, che consentirà ai tifosi mantovani di essere presenti sabato a Cesena. La soddisfazione di Piccoli è palpabile: «Mi sono superato – dice il presidente – . Oserei dire: prostituito! (ride). Ringrazio tutti quelli che hanno appoggiato la nostra causa, in primis il senatore Paganella che si è rapportato direttamente col ministro dell’Interno. E il presidente di Lega Bedin, che ha toccato le corde giuste. Resta comunque un tema da affrontare: non è giusto che per colpa di qualcuno debbano pagare tutti. Spero si possa aprire un tavolo in Lega».
Altro tema di stretta attualità: le dimissioni del dottor Ballardini. «Intanto è doveroso ringraziarlo per tutto quello che ha dato al Mantova – premette il numero uno di viale Te – . Ciò detto, i cicli finiscono e il suo caso andava gestito diversamente quest’estate. Mi prendo anch’io le mie responsabilità».
Piccoli ha accennato al nuovo corso tecnico di Rinaudo: «Condividiamo ogni decisione. Prima non era così, ma per mia scelta». Sul mercato: «È evidente che c’è da intervenire e lo faremo. Massima disponibilità da parte mia. Però il focus ora va messo sulle prossime tre partite. Con la Reggiana non abbiamo fatto bene. Loro erano chiusi e in noi è subentrata un po’ di paura. Il Cesena è una squadra che gioca e lascia giocare. Certo, non sarà una gara facile. Chiedo alla squadra più coraggio e determinazione. È quello che chiede Possanzini. Ascoltate il mister!».
Prima dei saluti, un ultimo argomento: il peso finanziario del Mantova. «Sogno sempre in grande – ammette Piccoli – , ma è ovvio che non dispongo di risorse illimitate. Nuovi soci? Il modello ideale sarebbe quello del Pisa o dell’Atalanta: proprietà facoltose, ma direzione affidata a chi quelle società le conosce bene (rispettivamente le famiglie Corrado e Percassi, ndr). Se si profilasse una situazione così, con ruoli chiari e definiti, perchè no? Diversamente, meglio andare avanti da soli».








































