MANTOVA Domani si conclude un altro “mini-ciclo” del campionato di Serie B, per lasciar spazio alle varie nazionali impegnate in giro per il mondo. Dei tre affrontati finora, per il Mantova è stato il più impegnativo e avaro di soddisfazioni: soltanto 2 i punti raccolti contro Carrarese, Sampdoria, Palermo e Sassuolo. Per rimpinguare il bottino resta solo il match di domani al Martelli (ore 17.l5), non uno qualsiasi: il derby con la Cremonese. Il tecnico biancorosso Davide Possanzini predica unità, calma e fiducia.
Mister, come avete vissuto la preparazione di questa partita speciale?
«Bene. Ci siamo preparati con cura. Ci siamo confrontati, i ragazzi sono consapevoli che nelle ultime partite potevano raccogliere di più e hanno voglia di farlo. L’occasione capita con la Cremonese. Giochiamo in casa, in un ambiente caldo. Possiamo fare una grande partita».
Che Cremonese si aspetta?
«Non saprei. Possono aspettarci come prenderci. L’unica certezza è che la Cremonese dispone di giocatori di grossa qualità. E, a differenza nostra, sfrutta le occasioni che crea (40% contro 17%). Dobbiamo curare ogni fase del gioco».
Gli ultimi risultati hanno influito sul morale della squadra?
«No, da questo punto di vista sono tranquillo perchè vedo come lavora il gruppo. Le mie preoccupazioni semmai sono relative alla piazza. Non voglio che la gente perda la fiducia. Purtroppo in questa fase non veniamo premiati dai risultati, però le partite ce le giochiamo fino all’ultimo. E spero che di questo il pubblico tenga conto».
Il problema principale è l’astinenza da gol: questione tecnico-tattica o mentale?
«Sto lavorando su entrambi i fronti, perchè secondo me è un insieme di tutto. Dobbiamo fare un passo avanti, io per primo. Dobbiamo cercare di occupare meglio gli spazi, mettere i giocatori nelle migliori condizioni per segnare. E poi crederci di più, insistere sul fatto che ogni pallone può diventare decisivo. L’anno scorso ci capitavano molte occasioni, quest’anno il livello si è alzato e ce ne capitano di meno: dobbiamo fare in modo di sfruttarle».
La sosta può venirvi d’aiuto per riordinare le idee e recuperare energie?
«Energie ne abbiamo da vendere, sia fisiche che mentali. Sicuramente la sfrutteremo per fare le nostre analisi e valutazioni, però il nostro principale obiettivo adesso è chiudere al meglio questo ciclo. Stiamo bene sotto tutti i punti di vista, ci manca solo qualche risultato».
Un derby come quello con la Cremonese porta motivazioni a valanga…
«Certo non sarei credibile se dicessi che è una partita come le altre. Ma i ragazzi lo sanno, non c’è bisogno che batta su questo tasto. L’unico tasto su cui devo battere è quello del lavoro».
La Cremonese è stata la sua ultima squadra da calciatore, diciamo pure uno spartiacque per lei…
«Sì, a Cremona ho dovuto chiudere la mia carriera perchè mi hanno diagnosticato un problema al cuore. È successo tutto all’improvviso: mi sono svegliato alla mattina che mi sentivo calciatore e sono andato a dormire la sera che avevo smesso. Però la società mi è stata vicino, permettendomi di lavorare a stretto contatto con la prima squadra. Lì ho compreso il mio futuro».
Un’ultima curiosità: come viveva i derby il Possanzini calciatore?
«Male. Stavo proprio male fisicamente. In questo è meglio che i miei ragazzi non mi seguano. Vorrei che se la vivessero con la giusta carica, per dimostrare chi sono. Ma anche con gioia e serenità».