MANTOVA “Mister X è Maurizio Setti”. Così la Voce titolava la prima pagina sportiva di venerdì 15 giugno 2018. Esattamente due anni fa. L’ingresso di Setti nel Mantova, in realtà, venne ratificato una decina di giorni più tardi, in occasione dell’assemblea dei soci. Ma il suo nome venne accostato per la prima volta all’Acm sui giornali del 15 giugno.
Può sembrare eccessivo celebrare due anni di regno. In fondo sono pochi. Non è così per il Mantova, perlomeno quello dell’ultimo periodo. Basti pensare che, dopo i 6 anni di Fabrizio Lori, in viale Te è andata in scena una vera e propria girandola di presidenti e proprietà, che duravano il tempo di una stagione e poi passavano la mano oberati da debiti e in preda allo stress. Bruno Bompieri e la cordata mantovana hanno avuto il merito di far ripartire il Mantova dopo il fallimento del 2010 e di riportarlo subito nei professionisti. Ma già alla seconda stagione, tra defezioni di soci e scelte tecniche discutibili, emersero malumori e propositi di cessione. Qualche improbabile avventuriero venne stanato in tempo, fino all’arrivo di Michele Lodi, rampante imprenditore veronese che diventò presidente nel 2013 ma ballò una sola stagione. Gli subentrò Nicola Di Matteo (dopo il brevissimo e infausto intermezzo Esposito), ma anche il simpatico casertano finì presto la pecunia. Palla di nuovo a Bompieri (con i sodali Tirelli e Giovanardi, comunque sempre presenti) e nel 2015 matura la cessione all’ambiziosissimo gruppo bresciano Sdl, con Sandro Musso presidente e Serafino Di Loreto patron. È andata come sappiamo: nell’estate 2016 i due sono già in riserva di fondi ed energie, improbabili acquirenti si fanno avanti e il Mantova viene in parte ceduto a un gruppo romano che non gode di buona fama. Dopo qualche mese di burrascosa convivenza, la cessione va in porto nel gennaio 2017. Marco De Santis diventa il nuovo presidente, ma in estate è di nuovo fallimento. Tocca all’imprenditore torinese Alberto Di Tanno, a capo di una cordata ben rappresentata da noti professionisti mantovani, far ripartire la macchina biancorossa dalla D. Il piano prevede il ritorno in C in tre anni. La prima stagione è condizionata dalla partenza ritardata e da un budget che inaspettatamente si restringe. Per far tornare i conti serve l’aiuto di Pablo Dana, ma per il futuro si sceglie un’altra strada.
Questa strada ha il nome di Maurizio Setti, imprenditore carpigiano nel settore della moda, già socio del Carpi e comproprietario del Bologna, dal 2012 presidente del Verona. Proprio per l’appartenenza all’Hellas, qualche tifoso storce il naso al suo arrivo: nessuna sorpresa, fa parte del copione. La realtà è che non esiste alternativa a Setti. Perlomeno non altrettanto affidabile. Non è in grado di esprimerla la grande imprenditorialità mantovana, allergica a investire nel calcio; e nemmeno da altri lidi giungono candidature credibili.
Setti (prima tramite una fiduciaria, poi con una sua società) rileva la maggioranza delle quote e sceglie il mantovano Ettore Masiello come presidente. Della “cordata Di Tanno” mantiene un ruolo di primo piano l’altro mantovano Gianluca Pecchini. Il ds è Emanuele Righi, scommessa personale di Setti. L’assalto alla C fallisce il primo anno, nonostante il record di punti. Missione compiuta al secondo tentativo, nella drammatica stagione interrotta dalla pandemia Covid.
Il futuro è tutto da disegnare, gli obiettivi da definire. Ci si chiede quale influenza avrà l’inevitabile partnership col Verona; quanto il Mantova ne beneficerà; o se ne verrà limitato in termini di ambizioni. Domande legittime, ma che forse non è il momento di porsi. Il Mantova è tornato nei professionisti, dunque nel calcio che conta. E per la prima volta da parecchi anni può contare su una proprietà apparentemente robusta, che negli anni veronesi si è distinta per una gestione amministrativa assennata. Un modello che Setti intende adottare anche a Mantova, con investimenti a lungo termine (leggi: centro sportivo) che garantiscano allo storico club biancorosso un futuro solido. Per il momento, e visto il pregresso, basta e avanza.