MANTOVA «Quando l’altro giorno sono arrivato in sede per firmare, mi sono fermato a parlare con Tarabori (l’ormai storico magazziniere, ndr) e mi è venuta la pelle d’oca». Basta e avanza questa confessione per misurare la gioia di Marco Festa, che ritorna a difendere la porta del Mantova dopo 8 anni. Un’opportunità che il 31enne numero uno bresciano ha colto al volo.
È andata davvero così, Marco?
«Sì. Botturi mi ha chiamato subito dopo l’eliminazione del Pordenone ai play off, io ne ho parlato immediatamente col mio procuratore e in pochi gioni abbiamo trovato l’accordo».
Sulla base di cosa?
«Di una volontà e un entusiasmo reciproci, di quelli che lasciano il segno. Ho avvertito da parte del Mantova il forte desiderio di avermi, e da parte mia è stato lo stesso. Inoltre conosco bene Botturi, l’ho sempre stimato ed ho grande fiducia in lui».
Hai parlato anche con Piccoli?
«Certamente. E ho trovato una persona dall’entusiasmo trascinante. Una sensazione che ho avvertito a pelle e che da subito mi ha trasmesso segnali positivi. Credo ci siano i presupposti per aprire un ciclo nuovo».
Per te cosa significa tornare a Mantova?
«Significa tornare a casa. Io questa piazza l’ho conosciuta bene, ricordo la passione della gente».
Che Marco Festa ritroverà il Mantova rispetto al 2015, ultimo tuo anno in biancorosso?
«Sicuramente una persona più vecchia (ride)! Battute a parte, in questi 8 anni ho accumulato tanta esperienza a Crotone, osservando un grande portiere come Cordaz e imparando tanto da lui. Ho giocato in Serie B e ho assaggiato la A, sono cresciuto anche a livello umano e caratteriale. Spero che Mantova ritrovi un Festa più maturo. Poi ovviamente sarà il campo a dirlo».
Ripensando alle tue quattro stagioni al Mantova, cosa ti viene in mente?
«L’ultima, con Juric, è stata la migliore. Anche la precedente ci ha dato una bella soddisfazione, grazie alla conquista della C unica».
Il famigerato errore di Busto che condannò il Mantova ai play out è acqua passata?
«Direi di sì. Mi ci è voluto un po’, tant’è che mi mandarono in prestito al Portogruaro. Sei mesi provvidenziali, che mi sono serviti».
Quali obiettivi quest’anno?
«Avremo una squadra nuova, quindi ci vorrà un po’ di pazienza. Bisognerà prima di tutto costruire un gruppo coeso. Fatto ciò, io non mi precludo nulla».
Sei ambizioso…
«È giusto esserlo. E poi nel calcio non puoi mai sapere… Per il momento posso solo dire che ho la massima fiducia nelle persone che ho incontrato, compresi mister Possanzini e il mio preparatore Arcari. Come dicevo, ci sono i presupposti per aprire un ciclo».
Vuoi dire qualcosa ai tifosi?
«Mi auguro di vederne tantissimi allo stadio».
Per concludere: come immagini il tuo ritorno al Martelli da portiere del Mantova?
«Sarà emozionante, ne sono certo. Del resto, quella chiacchierata con Tarabori mi ha già messo in guardia!».