MANTOVA Qualcosa comincia a girare nel verso giusto in questo 2020. Ieri il Governo ha firmato il nuovo DPCM, che entrerà in vigore a partire da domani, lunedì 10 agosto, e avrà validità fino al 7 di settembre. La bella notizia è che dal 1° settembre potranno riaprire gli stadi e gli impianti sportivi. Non più di 1000 spettatori per gli impianti che possono contenerli. Il Mantova può vantare questo tipo di struttura e ora la società si adopererà per cercare di trovare un criterio che possa soddisfare tutti, anche perchè le richieste immaginiamo saranno tante. L’idea iniziale era quella di privilegiare chi ha sottoscritto la tessera lo scorso anno e che non ha potuto sfruttarla fino in fondo a causa del lockdown. E soprattutto la società di viale Te, come le altre, farà anche delle valutazioni sui costi degli eventuali abbonamenti e dei biglietti per le singole partite.
Nel decreto c’è anche scritto che «in casi eccezionali per eventi sportivi che superino il numero massimo di 1000 spettatori, per gli stadi all’aperto, il Presidente della Regione o Provincia autonoma, può sottoporre specifico protocollo di sicurezza, alla validazione preventiva del Comitato Tecnico Scientifico, ai fini dello svolgimento dell’evento». Questo può essere il caso del Mantove e ciò vorrebbe dire che una partita di calcio professionistico, se disputata in un impianto ampio da poter garantire la distanza di sicurezza frontale e laterale, può ospitare più di 1000 spettatori, fino a un limite stabilito dal Presidente della Regione o della Provincia, con la super visione del Comitato Tecnico Scientifico. Ovviamente anche per poter accedere agli stadi si dovranno rispettare delle regole, molto simili a quelle già in vigore: indossare la mascherina, mantenere il metro di distanza, misurazione della temperatura all’ingresso degli stadi, Ovviamente i tifosi dovranno posizionarsi nel posto a loro assegnato. Per qualcuno, quindi, potrebbe cambiare il modo di vivere lo stadio. Specialmente nelle curve. Una cosa è certa, qualche scontento ci sarà, ma bisogna anche ammettere che era prevedibile una riapertura graduale.
Quanto durerà questa prima fase? Tutto dipende dalla curva dei contagi, che sono in aumento (in Italia molto meno rispetto ad altri Paesi Europei), ma l’emergenza si è allentata già da qualche mese. Nel DPCM non sono stati posti paletti sulle trasferte e probabilmente l’argomento non è stato nemmeno affrontato. Ma è possibile che la decisioni spetti alle singole Prefetture. Ad oggi, almeno in questa prima fase, potrebbero essere vietate.