CASALMAGGIORE La pandemia ha cancellato, come uno tsunami, lo sport. Se in qualche disciplina sportiva si tenterà in extremis di salvare la stagione, pur tra mille cancellazioni di eventi e campionati, il volley femminile di serie A è giunto al capolinea. Doveva essere così visto la gravità della situazione e, pur dispiaciuto il presidente della Vbc Massimo Boselli Botturi, lo conferma all’indomani della decisione presa dalla Lega in attesa di quella della Fipav. L’E’più Pomì ha anche tremato per il possibile contagio di una sua atleta fino alla ufficialità della negatività di un tampone. «Con la pandemia in atto – commenta il presidente della Vbc – era l’unica decisione possibile perché le condizioni di sicurezza sanitaria non sono migliorate dopo la sospensione del campionato. Allo stato attuale non è possibile ipotizzare che ci possa essere una ripresa graduale degli allenamenti o pensare di allenarsi in estate nei nostri palazzetti per lo più sprovvisti di impianto di condizionamento. Per chi mastica di pallavolo è una soluzione assai improbabile e quasi tutti eravamo d’accordo per la cancellazione del prosieguo del campionato e affidare alla Fipav l’eventuale assegnazione dello scudetto. Resta la classifica della 19esima giornata e una possibilità remota di effettuare i play off, tutti da definire, qualora la situazione migliorasse. Francamente ad oggi la vedo una soluzione molto difficilmente attuabile. A Cremona c’è il tasso più alto di percentuale di contagiati d’Italia, più di una persona ogni 100; mi sembrava fuori luogo tornare ad allenarsi mancando ancora le condizioni sanitarie di sicurezza. Penso sia giusto salvaguardare la salute di tutti, squadra, dirigenti e tifosi. Voglio ringraziare le ragazze e lo staff tecnico e medico. Tutti hanno dimostrato un grande senso di responsabilità in una situazione difficile per chi ha deciso di rimanere, uscendo da poco dalla quarantena. Spiace per non aver portato a termine la stagione, avevamo anche l’obbiettivo di tornare in Europa che è svanito col sesto posto acquisito. Pensiamo al futuro ma bisogna aspettare l’evolversi di una situazione che non può lasciare un segno anche tra chi ci sostiene. Abbiamo toccato con mano situazioni difficili e dobbiamo aspettare».
Sergio Martini