MANTOVA Una sentenza di tribunale ha detronizzato il capo politico Giuseppe Conte, ma non sarà Luigi Di Maio a prenderne il posto; quantomeno ne sono convinti i portavoce pentastellati di Mantova, il consigliere regionale Andrea Fiasconaro e il deputato Alberto Zolezzi, che sembrano rimasti ancorati all’ultima votazione degli iscritti, semmai propensi a ripeterla per confermare la leadership del movimento. Nelle chat del quale si è anzi aperto un tiro a segno sul titolare della Farnesina.
«Questa è una diatriba che non possiamo permetterci – commenta Fiasconaro –, perché noi non siamo un partito con delle correnti in grado di ospitare delle faide interne. Sarebbe deleterio più di tante scelte fatte, come quella di sostenere Draghi. Se questo problema non si risolverà alla svelta, saremo davvero in difficoltà, e i cittadini non capirebbero».
Per Fiasconaro è prioritario tornare ai grandi temi del M5S, «così come ci sta tornando Salvini, partendo noi dall’ecologia, dagli ecobonus e da tutti gli altri temi che abbiamo sacrificato sull’altare di Draghi».
«Lavoriamo per tenere la barra a dritta – rimarca Zolezzi –. Conte è stato cercato e votato dagli iscritti, e per quanto ci riguarda la situazione non è cambiata, nonostante la sentenza di Napoli. Quello di Di Maio è un atto di nervosismo, e in politica il nervosismo è un peccato, anche se spero finisca qui».
Ma questa bagarre fra i protagonisti, cosa porterà di riflesso sui territori chiamati presto al voto? All’unisono Fiasconaro e Zolezzi vedono strategico un dialogo col centrosinistra per ribaltare le sorti in Regione Lombardia il prossimo anno («Sono stato il primo a parlarne», conferma il deputato»). Sulle comunali il dibattito è ancora aperto, anche se sembra che in un paio di comuni i pentastellati possano correre in proprio: «Stiamo lavorando su Goito e Castiglione – precisa Fiasconaro –, dove non partiamo da zero. Diverso il caso di Casaloldo, dove non abbiamo nessuno. Ma vedremo caso per caso: del resto le alleanze non sono ordinate dal medico».