MANTOVA Non è finito il clima di alta tensione nei condomini cittadini dopo l’arrivo dell’ultima bolletta del teleriscaldamento, che ha mostrato aumenti triplicati rispetto a quanto pagato nel gennaio dello scorso anno. Bollette che in genere richiedono ai singoli inquilini, mediamente, esborsi superiori ai mille euro nel solo bimestre di riferimento della richiesta da parte della Tea.
La Tea stessa aveva giustificato questi esorbitanti aumenti, asserendo che la propria partecipazione in Enipower per la produzione del teleriscaldamento comportava sino all’anno scorso 2,2 milioni di euro per l’acquisto del gas, quando adesso lo stesso potenziale d’acquisto è salito a 12 milioni, sei volte di più.
Ma lo sviluppo della situazione, o meglio sarebbe dire il precipitare della stessa, sta creando enormi problemi gestionali anche negli stessi amministratori dei condominii serviti dal teleriscaldamento. I quali incontrano sempre più difficoltà a far staccare gli assegni ai condomini. In molti si tirano indietro e minacciano mancati pagamenti.
Dal canto loro gli stessi amministratori non sanno come comportarsi di fronte alle richieste e ai rifiuti dei clienti. Tea da un lato tende la mano e propone dilazioni, ma qui scatta la leva della seconda protesta:«Non c’è niente di peggio che la rateizzazione di un debito. Ce lo insegnano le banche stesse», commenta un amministratore che gestisce oltre cento condomini fra città e provincia. Ma il punto su cui lo stesso muove la censura saliente è un altro: «Ormai il teleriscaldamento si è visto che costa come il gas. A questo punto cessa lo scopo: ha fallito, e non ha più motivo di essere. Tantopiù che sappiamo qual è la sua derivazione: l’acqua che entra nella rete è il prodotto che deriva dal funzionamento del turbogas Enipower, e non può essere venduto alle stesse cifre del metano», aggiunge il professionista.
Già, ma se le bollette non vengono pagate? «Tea ha già detto cosa farà: chiuderà i contatori. Ma proprio questo mi fa dire che il teleriscaldamento ha fallito lo scopo per cui era nato e per il quale molti condominii hanno accettato l’allacciamento», conclude l’amministratore. Uno dei tanti.