MILANO (ITALPRESS) – A prima vista, il suo fascino british, è
quello di sempre: il muso mostra una griglia sportiva dal contorno
esagonale che ingloba la presa d’aria; i fari sono i tipici tondi
ora a Led; ci sono colori a contrasto per tetto e calotte degli
specchietti retrovisori esterni; i cerchi neri sono da 17 pollici
e, infine, la coda sporge rispetto al lunotto.
Però, per festeggiare “primi” 20 anni di Mini all’interno della
galassia Bmw, gli stilisti hanno compiuto un piccolo capolavoro:
allungarla di 16 centimetri per dotarla di due porte in più, così
da regalarle una maggiore abitabilità per i passeggeri posteriori
e un bagagliaio più pratico con 67 litri in più di capienza che
arriva a 941 litri se, dietro, si abbattono gli schienali dei
sedili.
Tutto questo, però, senza snaturare l’aspetto sbarazzino che ha
decretato il suo successo “moderno”.
Entrando in auto, l’abitacolo è ben curato e tutti i comandi sono
posizionati in modo da facilitare la vita al guidatore. A partire
dal tipico quadro strumenti centrale nella plancia che ospita il
navigatore touch da 8,8 pollici, insieme all’head-up display che
consente di leggere la velocità o le indicazioni del navigatore
senza togliere lo sguardo dalla carreggiata.
I sedili di pelle carbon black, allungabili, non sono solo
grintosi e belli alla vista, ma regalano una comoda posizione di
guida in qualsiasi condizione di viaggio grazie alle sagomature
che contengono bene il pilota. Per chi siede dietro, la buona
notizia, è che il passo allungato di 7 centimetri regala 5
centimetri in più ai passeggeri che possono viaggiare comodamente
in due, mentre l’eventuale terzo posto risulta proibitivo se non
per brevi tragitti. Il bagagliaio è ben rifinito, accessibile e,
grazie alla maggiore capacità, ora è nella media delle concorrenti
lunghe circa 4 metri.
Una volta in strada, le modifiche alla carrozzeria non hanno
penalizzato oltremodo le prestazioni.
Il motore da 1.5 litri abbinato al cambio 7 marce risponde bene
alle sollecitazioni, anche se è meno attenuato il tipico effetto
go-kart della sorella 3 porte, specialmente nei cambi di
direzione. Lo sterzo è sempre preciso, l’aderenza alla strada è
elevata e dà, addirittura, l’impressione di essere ancora più
incollata all’asfalto rispetto alla sorella “minore” quando si
vuole guidare in modo più sportivo e impegnativo.
I freni sono pronti e la modulabilità del pedale è fra le migliori
della categoria, mentre l’Esp interviene sempre al momento giusto
per massimizzare la sicurezza. Nei percorsi cittadini la guida è
sempre gradevole, grazie alla buona visibilità, anche dietro, che
consente di parcheggiare senza contorsionismi. Il sistema
d’infotainment fa sentire come sulla poltrona di casa, lo schermo
touch è facile da manovrare, sfrutta le potenzialità delle
connessioni 4G e l’impianto audio Harman-Kardon, optional presente
sulla vettura testata, rende piacevoli gli spostamenti. Sul
versante dell’innovazione, a esempio, c’è il “Multitone roof”: il
tettuccio è verniciato con tre diverse colorazioni sapientemente
sfumate che rendono la Mini ancora più attraente. Del resto è dal
2001 che Mini shakera tecnologia, sportività, eleganza,
aggiungendo un tocco di personalizzazioni glamour che rendono
differenti queste vetture.
A Monaco di Baviera sanno bene che la riconoscibilità, oggi più
che mai, è un valore e ci puntano con decisione perché sanno che i
propri clienti sono disposti a seguire la filosofia del marchio,
con buona pace del contraltare di dover sborsare qualcosa in più
delle concorrenti che offre il mercato. I risultati? A oggi, nel
mondo, sono state vendute oltre mezzo milione di Mini 5 porte con
prezzi che partono da 24.850 euro.
(ITALPRESS).