MANTOVA Un numero enorme di domande, una quantità esigua di risposte certe dallo stato sociale. È quanto emerge dai dati ufficiali del Comune sul reddito di cittadinanza in città. Partendo dalle aride cifre, si evince che le richieste del Rdc nel 2019 sono state 1.099; nel 2020 sono scese a 1.030; nel 2021 sono scese ulteriormente a 807 e nell’anno in corso (dati aggiornati a dicembre) 610. Che in tutto fanno 3.546. Di queste, le persone percettrici di reddito impiegate nei progetti utili alla collettività (Puc) sono solo 41, per lo più utilizzate nello spazzamento delle strade.
Il dato generale della provincia mantiene le stesse connotazioni. Suddivisa per aree, quella di Castiglione ha avuto 1.379 beneficiari; l’area di Mantova 2.269; quella di Ostiglia 359; il Suzzarese 627, e il Viadanese 516. In tutto 5.150. Il tutto per una media di 518 euro a percettore.
«È un evidente fallimento in città – commenta il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale Pier Luigi Baschieri –, nonostante l’impegno dei “navigator” per cercare un posto ai richiedenti. Anche i lavori socialmente utili hanno dimostrato che pochissime persone, solo 41 in 4 anni sono state impiegate nei Puc dedicati esclusivamente allo spazzamento delle strade. Il motivo di questo fallimento è riconducibile al fatto che le politiche attive per la ricerca del lavoro e i piani di formazione sono inadeguati alle reali offerte delle imprese locali. Non è stato costruito il sistema per ricollocarle. In più la norma grillina esenta dal lavoro una serie di categorie (penso a coloro che hanno minori o disabili in casa). Il Rdc è un valido strumento per combattere la povertà, ma pessimo per ricollocare nel mondo del lavoro. Il rischio concreto è che, una volta tolto il Rdc, queste persone vadano a bussare ai servizi sociali pesando sul welfare e sulle spalle dei Comuni e dei loro contribuenti».