MANTOVA Non fu mai dalla sua parte politica, ma con il Cavaliere ebbe ripetuti contatti l’on. Matteo Colaninno, oggi renziano di Italia Viva, e alle relazioni politiche unì anche personali rapporti umani. E i fattori che valsero da collante, ricorda lo stesso onorevole, furono mediati in parte dal padre Roberto Colaninno, in parte da Gianni Letta.
«Mi lega a Gianni una grande amicizia, ma i primi rapporti diretti che ebbi con Silvio Berlusconi furono originati dalle rispettive esperienze imprenditoriali. L’ho conosciuto infatti sia nell’ambito delle esperienze imprenditoriali assieme a mio padre in diverse occasioni a casa sua ad Arcore, e poi da parlamentare anche nella sua sede romana di Palazzo Grazioli. Berlusconi aveva una grande simpatia ed empatia per mio padre».
Sono però i rapporti politici intrattenuti con il leader di Forza Italia ad avere maggiormente coinvolto il deputato mantovano. E proprio su quelli si concentra l’attenzione di Matteo Colaninno nel ricordo dello statista scomparso.
«Senza nulla togliere al resto, va riconosciuta a Berlusconi una personalità davvero incredibile. Dell’imprenditore sappiamo: era un uomo che in ogni ambito in cui si è cimentato ha ottenuto il massimo. Partiamo dal costruttore di Milano-2, alla fondazione di Canale 5, Rete 4, Italia 1, e dunque al lancio di una vera rivoluzione nella televisione privata. Per non dire del Milan, sino ad arrivare alla fondazione di un partito che ha vinto. Berlusconi davvero ha sognato, ha immaginato, e poi ha anche realizzato imprese irraggiungibili da tutti».
E se l’imprenditore è stato grande, l’uomo e il politico non lo sono stati da meno. «Negli incontri privati che ho avuto con lui – prosegue Matteo Colaninno – Berlusconi ha sempre dimostrato di possedere un grande calore umano e una personalità addirittura contagiosa. Era un uomo pieno di energia, sempre con la voglia di mettere in campo progetti nuovi. Questo trasmetteva nelle occasioni in cui l’ho incontrato personalmente. Un uomo con talento e doti proprie dei fuoriclasse al netto delle posizioni politiche di ciascuno. Sia poi che lo si consideri dalle posizioni di governo che dall’opposizione, va riconosciuto che gli anni dalla seconda Repubblica hanno avuto in lui il vero fulcro», conclude Colaninno.