Mantova Ed eccolo Davide Possanzini. L’ex mister della Primavera del Brescia ieri è stato presentato ufficialmente e parte così la nuova era. Si comincia sempre dalle parole e poi dal campo. Nel calcio funziona così e ovviamente quello che più conta sono i risultati che il nuovo allenatore biancorosso insieme al suo staff e alla squadra riusciranno a fare durante il campionato. C’è chi lo ha definito una scommessa. E’ vero che questa a Mantova è la prima vera esperienza da allenatore, ma il suo passato al fianco di De Zerbi, unito all’esperienza vissuta sulla panchina della Primavera del Brescia, oltre a una grande carriera da giocatore gli hanno permesso di irrobustire le spalle e acquisire davvero molta esperienza. La sua storia ha smosso qualcosa in Botturi, che l’ha voluto fortemente al Mantova: «Ci siamo sentiti diverso tempo prima che il Mantova conoscesse la categoria in cui avrebbe dovuto giocare – spiega il mister – Anzi, probabilmente nemmeno lui immaginava di venire qui. E’ riuscito a contagiarmi con il suo entusiasmo». Si diceva prima del rapporto con mister De Zerbi. E’ nato tutto da lì: «E’ stata un’esperienza bellissima e molto faticosa. Siamo partiti dalla Serie C fino alla Champions League. Momenti belli e anche qualcuno difficile. Spero di poterne fare tesoro per questa nuova avventura che andrò a cominciare». Ora qualche settimana di lavoro dietro la scrivania e poi tutti in campo per preparare la nuova stagione. Ancora impossibile definire quali saranno gli obiettivi che il Mantova potrà raggiungere, ma… «Sarà il campo a dirlo – commenta Possanzini – Proveremo a rispolverare un po’ la storia del Mantova. Questa è una società storica; sarebbe bello riportare la visibilità che merita. Mi piacerebbe che la squadra fosse riconoscibile da tutti per il suo stile quando andrà in giro per i campi. Speriamo di poter raggiungere questi obiettivi e soprattutto di appassionare tanti tifosi». Parole, quelle di Possanzini, dettate anche dai ricordi vissuti da giocatore in un Martelli sempre pieno: «Erano partite toste e qui segnavo spesso. Si affrontava un Mantova che lottava per la Serie A e ricordo dei duelli incredibili con Cioffi e Notari». Poi spazio al mercato. Il 18 luglio comincerà il raduno e Possanzini non vede l’ora di trovare i suoi giocatori. Tra questi ci saranno anche Mensah, Panizzi e ovviamente Monachello. La settimana scorsa lo stesso mister ha avuto un contatto diretto col giocatore. «Mi ha fatto un’ottima impressione, almeno a parole. Poi vediamo sul campo. Mi ha mostrato una gran voglia di tornare a giocare ed è normale che sia così dopo l’infortunio che ha avuto lo scorso anno». Non rappresenta una preoccupazione, ma in Lega Pro sarà importante trovare anche i giovani più interessanti. Il Mantova c’è è in prima linea su questo fronte, ma non sarà facile: «Mi fido assolutamente della società e del direttore. Stiamo facendo un buonissimo lavoro e cercheremo di assemblare una squadra con il giusto mix di giovani e giocatori esperti». Da De Zerbi a Zeman, tanti esempi da seguire. «In carriera ho avuto tanti allenatori e da molti ho avuto modo di apprendere qualcosa. Da Zeman la sua integrità morale, così come mi ha dato molto anche Somma, con diverse letture tattiche e questo mi ha permesso di non focalizzarmi solo su un modo di giocare, anche se ero un attaccante…». Insomma, ci siamo capiti.
Tommaso Bellini